La storia narrata in questo romanzo si inserisce cronologicamente tra “L’eredità medicea” e “L’oro dei Medici”, i due romanzi di
Patrizia Debicke van der Noot di cui vi ho precedentemente parlato.
Come nel volume "L'oro dei Medici" il protagonista
è Don Giovanni de’ Medici, il fratellastro del granduca Ferdinando I. In
questo romanzo Ferdinando indossa ancora la porpora cardinalizia in quanto la storia
prende avvio subito dopo la dipartita del fratello, il granduca Francesco.
La morte del granduca
Francesco de’ Medici e della sua seconda moglie, la bella e discussa veneziana
Bianca Cappello, avvenuta a distanza di un brevissimo lasso di tempo, ha fatto sospettare
fin da subito che non si fosse trattato di morti dovute a cause naturali, ma
piuttosto ad un duplice omicidio.
Se i contemporanei accusarono
il successore Ferdinando di essere il mandante del delitto e ancora oggi gli
storici si dividono su cosa sia veramente accaduto, l’autrice del romanzo fa
ricadere la colpa sul più piccolo dei figli di Cosimo I ed Eleonora di Toledo
ovvero il violento e rancoroso Pietro de’ Medici, colui che si era
macchiato anche dell’assassinio della moglie Leonora.
Un'ipotesi diversa ed
intrigante che fa da sfondo ad un’interessante trama che si tinge
ulteriormente di giallo quando sulla scena fa il proprio ingresso una setta, la
setta degli eletti, al cui vertice si trova un personaggio misterioso e potente,
chiamato da suoi uomini Illuminato.
Gli adepti della setta sono
infiltrati tra i monaci agostiniani e sembrano avere anche il sostegno del re
di Spagna, Filippo II. Il loro scopo immediato sembra quello di ottenere il
dominio del Granducato di Toscana, eliminando i Medici. Pietro de’ Medici,
accecato dal livore e dall’invidia, sostiene la causa senza rendersi neppure conto
di quanto lui sia in realtà solo una sacrificabile pedina in un gioco molto più
grande di lui.
In questo romanzo la parte
di racconto dedicata all’azione si bilancia equamente con quanto concerne lo
sviluppo della trama romance. Il ritmo del racconto è forse meno incalzante
rispetto a quello degli altri due volumi dedicati dall’autrice alla dinastia
Medici, ma è scorrevole e soprattutto non privo di colpi di scena.
Per quanto concerne i
personaggi, alcuni sono di pura invenzione mentre altri, seppur realmente
esistiti, sono molto rimaneggiati ovviamente per dare la giusta coloritura alla trama.
Un esempio ne sono la storia
romanzata della madre di Don Giovanni, argomento già affrontato parlando del volume “L’oro dei Medici”, e la storia d’amore tra la bella Clelia Farnese, figlia del
Cardinale Alessandro Farnese, e Ferdinando.
Nel romanzo si dice che Clelia
fosse la madre di un figlio bastardo di Ferdinando I, poiché nato dopo la morte
del primo marito della donna. In verità, il bambino nacque quando il marchese Cesarini era ancora in vita.
Sarebbe invece verosimile, anche se non vi è alcuna certezza, che Clelia fosse stata realmente l’amante di Ferdinando. Tale ipotesi sarebbe avvalorata dall'esistenza di alcuni dipinti nei quali la donna ritratta potrebbe essere identificata proprio con Clelia
Farnese, dipinti che, potrebbero essere stati con molta probabilità commissionati a Jacopo
Zucchi proprio dal Medici.
Nell'insieme il romanzo
presenta una trama ben congeniata, scorrevole e intrigante. Don Giovanni
si conferma protagonista carismatico sebbene la sua figura raggiungerà la
consacrazione nel libro “L’oro dei Medici”, in questo romanzo infatti deve spartirsi la scena con un quasi altrettanto affascinate Ferdinando.
I romanzi sono tutti
autoconclusivi e possono essere quindi letti in ordine sparso. In questo volume però ci sono diversi personaggi
quali quello di Clelia Farnese, del Cardinale Alessandro Farnese, del Duca di
Mantova Vincenzo Gonzaga che fanno senza dubbio scattare nel lettore la voglia di approfondire le loro vicende storiche.
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