Nel
castello di Blois le giornate si susseguono tutte uguali, ma la giovane
Marguerite Louise è più che mai decisa a conquistarsi il suo posto nel mondo.
Lei, figlia di Gastone d’Orleans e della seconda moglie Margherita di Lorena,
non può contare su un ricco appannaggio; pur essendo una principessa del sangue, infatti, i mezzi della famiglia non sono purtroppo
all’altezza del suo lignaggio. Lei che un tempo si pensava potesse era
destinata a salire addirittura sul trono di Francia accanto al cugino Luigi XIV è ora costretta ad
accettare che questi le trovi un marito degno del nome che porta e
dell’illustre parentela.
È
la stessa Marguerite Louise, una piccola zanzara, che in cerca di un riscatto
impone la sua presenza alla scrittrice pretendendo che venga raccontata la sua
storia.
I suoi comportamenti, i suoi desideri,
le sue bizze ai giorni nostri non avrebbero nulla di scandaloso, ma all’epoca
crearono non poco scompiglio e ben più di un incidente diplomatico.
Avrete
già capito che il malcapitato che fu
scelto per la bella e capricciosa francese fu il figlio di Ferdinando II
Granduca di Toscana e di Vittoria della Rovere. Sfortunatamente per il povero Cosimo Marguerite accettò le
nozze impaziente di potersi finalmente dedicare a tutti quei divertimenti che a
Blois le erano preclusi ma, ahimè, mai matrimonio
fu più malamente assortito.
“La
camicia bruciata” è però la storia anche
di un’altra infelice principessa giunta nel Granducato di Toscana, Violante di
Baviera la moglie del Gran Principe Ferdinando.
Marguerite
Louise e Violante furono due donne dai
caratteri profondamente differenti, in comune solo il triste destino di
essersi legate agli ultimi protagonisti della dinastia medicea.
La
francese fu tanto ambiziosa, irriverente e irrequieta quanto la tedesca fu
accondiscende, pacata e sempre attenta alle necessità altrui.
Cosimo
III e il figlio Ferdinando furono due figure diametralmente opposte, nel libro
Anna Banti fa dire a Marguerite Louise del marito che fu un inetto, ipocrita e
sempre pronto a scaricare i propri torti sugli altri.
Di
sicuro Cosimo III, cresciuto da una madre iperprotettiva e devota fino al
parossismo quale fu Vittoria della Rovere, non poteva essere l’uomo adatto ad
una donna dal temperamento forte e bizzoso come quello di Marguerite Louise. Le ambizioni deluse non poterono che acuire
l’inevitabile strappo che si produsse tra Cosimo e la moglie la quale, avendo
come metro di paragone lo splendore della Corte del Re Sole, non poteva che
detestare quella granducale che le appariva ogni giorno sempre più gretta,
bigotta e claustrofobica.
Il Gran Principe Ferdinando molto aveva
in comune con la madre, come l’essere
alla continua ricerca di piaceri e svaghi, ma
Violante considerava la sua una spensieratezza troppo ostentata per essere genuina.
Violante
di Baviera era profondamente innamorata
del marito ed era disposta a perdonagli ogni cosa. Era una donna mite e
sensibile, l’unica che cercò persino di avvicinare il cognato Gian Gastone, dipinto dalla Banti come l’emarginato
della famiglia, proprio lui che per beffa del destino siederà sul trono
granducale come ultimo della sua stirpe.
Gian
Gastone sembrava aver ereditato dalla madre il profondo desiderio di essere
amato, come Marguerite Louise però non riuscì mai ad essere compreso e
accettato, cosa che segnerà inevitabilmente la sua vita. Abbandonato dalla madre
all’età di otto anni, lasciato ai margini dal resto della famiglia, al contrario di Marguerite Louise che cercava
sempre in ogni modo, da zanzare qual era, di imporsi anche se con modi molto
discutibili, Gian Gastone preferì sempre defilarsi dalla scena e dedicarsi
ai suoi studi circondato dalle gabbie dei suoi amati uccelli esotici.
Violante, quella ragazza che aveva
la facoltà di percepire immagini di persone assenti, una specie di maledizione
che aveva dovuto assolutamente mascherare per non essere accusata di
stregoneria, rimasta vedova riuscì a
dedicarsi finalmente a se stessa e, come Governatrice di Siena, amata dai
senesi per la sua buona amministrazione, trovò
proprio in quella città il modo di rendere un po’ di giustizia al nome tanto
vituperato della suocera grazie al ritrovamento di alcuni documenti
lasciati lì dal fratello dallo zio di suo marito, Mattias de’ Medici.
Il
libro di Anna Banti è un romanzo estremamente
piacevole e ben orchestrato. L’autrice ci restituisce lo spirito della
corte granducale del tempo rendendo vivi davanti ai nostri occhi i suoi
personaggi. Il taglio della narrazione è
ironico, ma mai irriverente; il racconto disincantato, ma mai grottesco.
La
storia è pensata e studiata nei minimi particolari e il realistico affresco
dell’epoca che emerge dalle pagine del romanzo è l’evidente frutto di un vasto lavoro di ricerca e consultazione di
fonti storiche.
Non
ho mai amato particolarmente il personaggio Marguerite Louise e nonostante
tutto neppure leggendo il libro della Banti la sposa di Cosimo III, pur con
tutte le attenuanti del caso, è salita molto nel mio indice di gradimento.
Ammetto invece di aver provato molta simpatia, sebbene mai lo avrei creduto
possibile, per Violante di Baviera. Simpatia dovuta al suo interesse nei
confronti del cognato Gian Gastone che si conferma ancora una volta uno dei
miei personaggi preferiti, ma soprattutto per il suo modo di riuscire ad affrancarsi
dal ruolo impostole dalla Corte dopo la morte dell’amato Ferdinando.
Il
libro di Anna Banti è purtroppo fuori catalogo e l’unico modo per procurarvelo è come ho fatto io ricorrere al mercato dei libri usati, eppure
meriterebbe davvero di essere ristampato.
Elisa, tu che ti rivolgi al mercato dell'usato... Hai scoperto un nuovo mondo o credi che questa rimarrà un'avventura isolata?
RispondiEliminaLa trama di questo romanzo, in ogni caso, potrebbe essere un ottimo soggetto non tanto di una soap opera, quanto di una telenovela... quando la realtà supera la fantasia.
Eh sì, non amo i libri usati, ma a volte non se ne può fare a meno. Ho aspettato, ma questo libro non sarebbe mai saltato fuori e così...
EliminaIn effetti non è stato l'unico acquisto, ne ho altri tre in attesa sempre di argomento mediceo.
Mi sa che ormai mi sono rassegnata :-)
Sì Marguerite Louise era davvero un personaggio particolare. Oggi in occasione del terzo centenario della sua morte a Palazzo Vecchio si è tenuta una giornata di studi legata proprio alla sua figura. Peccato non poter essere andata. Spero escano presto gli atti così almeno posso leggere cosa è stato detto.