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dedicato alla mia vacanza in Toscana.
Famosa per la produzione di cristallo Colle Val d’Elsa è arroccata su un alto poggio e presenta tutte le caratteristiche degli antichi borghi.
Sono sinceramente rimasta un po’ stupita dal fatto che nonostante le sue evidenti potenzialità questo paese non sia molto visitato.
Non saprei dirvi se a
dissuadere i turisti sia la parte bassa del paese ossia Colle Bassa così
chiamata per differenziarla dalla parte più antica appunto denominata Colle
Alta. In effetti la distesa disordinata di edifici che caratterizza la parte
moderna della città ha dissuaso anche me per anni dal visitare l’antico borgo.
Colle Val d’Elsa diede i natali ad Arnolfo di Cambio. La
torre di Arnolfo, una delle varie case torri presenti, è così chiamata proprio perché
vi nacque il celebre scultore e architetto.
Poco più avanti della torre di Arnolfo troviamo la piccola chiesa romanica di Santa Maria in Canonica costruita nei XII-XIII secolo, ma le cui origini si ritengono ancora più antiche. All’interno di notevole pregio la pala d’altare opera di Pier Francesco Fiorentino raffigurante la Madonna con bambino e santi.
Non sono riuscita purtroppo a visitare il Museo civico e
d’arte sacra. Un buon motivo per tornare a Colle Alta, voi che ne dite?
Ultima tappa, prima di ripartire sulla via di Pisa, mi sono fermata a San Minato che si trova più o meno a metà strada tra Pisa e Firenze.
Raggiungere il suo centro storico richiede una buona dose di fiato perché è situato in cima ad una collina a circa 4 km dall’abitato di San Miniato Basso. La fatica però è ben ripagata perché raggiunta la rocca si gode di una stupenda vista della campagna circostante.
La torre di Federico II si deve alle modifiche federiciane della fortificazione che già Ottone I aveva voluto come sede dei vicari imperiali.
La rocca costituiva il nucleo interno di un ampio circuito difensivo del quale facevano parte la torre di Matilde, l’attuale campanile della Cattedrale, e la torre delle cornacchie, abbattute del XVIII secolo.
La torre fu distrutta nel 1944 e ricostruita secondo le forme originali.
Nel XIII canto dell’Inferno nella selva dei suicidi Dante
incontra il personaggio di Pier Delle Vigne, tesoriere e segretario di Federico
II, che accusato di tradimento e corruzione venne imprigionato e accecato. Si
narra che Pier delle Vigne venne imprigionato proprio nella rocca di San
Miniato.
Ai piedi della rocca un masso riporta incise le parole di
Dante a lui dedicate:
“Io son colui che
tenni ambo le chiavi del Cor di Federigo, e che le volsi, serrando e
disserrando, sì soavi che dal secreto suo quasi ogn'uom tolsi: fede portai al
glorioso offizio, tanto ch'i ne perde' li sonni e' polsi."
Foto bellissime, come sempre.
RispondiEliminaEffettivamente la torre ricostruita ricorda propdio l'architettura dell'epoca.
I luoghi sono molto belli quindi diventa anche facile immortalarli.
EliminaL'hanno ricostruita com'era. Peccato però per le antenne che vi svettano sopra e che sinceramente saranno anche utili ma rovinano il fascino del sito. La foto ho cercato di farla in modo che si vedessero il meno possibile, ma puoi ancora ben intravederle.