Incontrai per la prima
volta le opere di Raimondo Sirotti (Bogliasco, 1934-2017) quasi per caso nel
2010 in occasione della mostra a lui dedicata ospitata negli spazi espositivi del Teatro
Falcone (Genova, Palazzo Reale). Ricordo che rimasi subito colpita dai suoi
dipinti e forse anche un po’ stupita della mia inaspettata reazione così
positiva dinnanzi ad opere che appartenevano ad un genere pittorico certamente
non tra i miei preferiti.
A distanza di undici anni, nei giorni scorsi, ho visitato la mostra a lui dedicata a Palazzo Ducale (aperta fino al 25 luglio 2021), una mostra retrospettiva che, a pochi anni dalla morte del pittore, vuole ripercorrere, come dice il titolo stesso, la storia e l’evoluzione della sua opera.
Foresta lacustre |
Non posso dire che i
lavori esposti nella prima sezione “Gli esordi 1955-1960” mi abbiano
particolarmente coinvolta, ma i colori delle tele eseguite negli anni
successivi mi hanno conquistata come la prima volta.
La mostra è articolata
in diverse sezioni:
- Gli esordi
(1955-1960)
- Ipotesi di
naturalismo astratto
- La finestra sul paesaggio
- Eventi naturali
- Tane, rocce e
forre
- Paesaggi interiori
- Giardini
Non essendo un’esperta
di storia dell’arte non sono certamente in grado di parlarvi in modo
appropriato di pittura informale e di impressionismo astratto, posso solo tentare
di condividere con voi l’emozione provata dinnanzi all’intensità di quei
colori che, da profana, talvolta mi hanno riportato alla mente le opere Monet e
in particolare le sue Ninfee.
Nubi in movimento |
Un plauso senza dubbio deve essere fatto anche all’allestimento del suggestivo percorso espositivo perfettamente integrato con l’architettura dello spazio che ospita le opere, ottima l’illuminazione e di grande effetto la finestra che, al termine del percorso, si apre sulla prima sala.
Gli spazi espositivi |
Affaccio sulla prima sala |
E ora la parola al alcune opere esposte…
Ringhiera |
Galaverna |
Silenzio verde |
Paesaggio interiore |
Finestra allo specchio |
Le erbe alte di settembre |
Per concludere con la filosofia del pittore...
L'affaccio sulla prima sala e la didascalia |
L'idea di concludere il percorso con la finestra sulla prima sala è, effettivamente, una trovata geniale e sensata nel contesto.
RispondiEliminaDalle immagini che hai riportato, posso scrivere di essere attratta soprattutto dalle tele in cui vengono impiegati colori freddi.
Io devo dire che forse prediligo i colori caldi.
EliminaNon sono certamente opere che mi metterei in casa perché i miei gusti restano comunque orientati verso altri generi, ma trovo sempre davvero piacevole fare una "passeggiata" tra le tele di questo pittore. Lo trovo rilassante.