DEMELZA
di Winston Graham
SONZOGNO
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“Demelza” è il secondo episodio della saga che, come già anticipatovi nel mio post dedicato al primo volume “Ross Poldark”, si
sviluppa in un arco di tempo che va dal 1783 al 1820. Questa fortunata ed
avvincente serie storica è composta da ben dodici romanzi.
Questo
secondo episodio inizia con la nascita della bambina di Demelza e Ross, Julia
Poldark.
Lo scandalo suscitato dalle nozze del gentiluomo
con la bella e brillante figlia di un semplice minatore non si è ancora affievolito.
Demelza,
nonostante faccia il possibile per assumere i modi eleganti del suo nuovo
rango, fatica a conciliare le sue umili origini con i modi altezzosi della
società a cui appartiene il marito.
Non è però nella natura di Demelza arrendersi;
lei è una donna forte e, grazie alla sua
capacità di essere flessibile, riesce a trovare sempre la forza ed il coraggio
di stare vicina al marito che si trova ora più che mai in difficoltà.
L’industria del rame è sull’orlo del collasso a
causa di banchieri senza scrupoli come George
Warleggan, i minatori sono ridotti alla fame e dalla Francia soffiano i venti
della rivoluzione.
Ross
Poldark si trova sull’orlo della bancarotta, ma nonostante il rischio di
perdere tutto ciò che ha costruito, decide
di sfidare i potenti nel tentativo di riportare giustizia e prosperità nella
terra che ama con tutto se stesso.
Spesso accade che, dopo un primo episodio
brillante, la storia perda intensità; non è questo il caso di “Demelza”. Il
secondo libro della saga nata dalla penna di Winston Graham è perfettamente in
linea con il primo volume: appassionante, avvincente e romantico.
Uno dei punti di forza del romanzo è la capacità
dell’autore di ampliare il racconto con l’introduzione
di nuovi personaggi che interagiscono con i protagonisti.
Queste figure, solo apparentemente secondarie, da
un lato riescono a dare vivacità alla
narrazione e dall’altro a regalare più ampio respiro alle figure
principali.
La storia infatti, grazie a questi nuovi
personaggi, non si ripiega mai su stessa, evitando così quello che spesso
accade nelle saghe, ovvero un ripetersi monotono della narrazione che vede
sempre i medesimi protagonisti al centro di vicende che tendono sempre a
ripetersi uguali a se stesse.
La storia di
Keren Smith e Mark Daniel, che occupa gran parte del secondo libro, è un
chiaro esempio della maestria di Graham di ampliare gli orizzonti della sua
storia.
Keren e Martin, pur essendo personaggi apparentemente
secondari all’interno della saga dei Poldark, diventano coprotagonisti a tutti gli effetti di questo secondo volume.
Questa loro centralità è inoltre fondamentale per
introdurre e delineare il carattere di un nuovo e attraente personaggio che
entra a far parte della saga in questo episodio: il dottor Dwight Enys.
Nel secondo volume, grazie al
provvidenziale intervento di Demelza, Verity, la cugina di Ross, riesce
finalmente a coronare il suo sogno d’amore con il capitano Blamey.
Verity si conferma il personaggio austeniano della saga e forse per questo
a me particolarmente caro.
A differenza degli episodi televisivi tratti
dalla saga dei Poldark, il libro riesce ad entrare più in profondità nel modo
di sentire dei personaggi e a scandagliare meglio il loro animo umano.
Nel libro, ad esempio, si avverte maggiormente l’intensità con cui Ross si sente
eternamente diviso tra le due donne della sua vita.
Nonostante l’amore che l’uomo prova per la
moglie, la vivace e volubile Demelza,
sempre guidata in ogni sua azione dall’istinto, egli non è mai riuscito
veramente a dimenticare del tutto il suo primo amore: la bella ed elegante Elizabeth, la donna raffinata,
aristocratica, abituata alle comodità e così suscettibile alla fatica.
Ogni volta
che le due entrano in contatto Ross non riesce a fare a meno di paragonarle tra
loro:
Entrambe
avevano qualcosa che all’altra mancava.
Le vicende
narrate in “Demelza” si chiudono appena qualche fotogramma prima della conclusione dell’ultimo episodio della prima
serie del period drama prodotto dalla BBC (2015).
Come per il primo volume, nonostante il finale
rimanga aperto, il libro, al contrario della serie televisiva, non impone al
lettore l’obbligo di proseguire la lettura dei volumi successivi.
Nonostante questo però il lettore resterà in trepidante attesa
dell’uscita del successivo episodio; troppo difficile, infatti, riuscire a
lasciar andare certi personaggi ai quali ci si è inevitabilmente così tanto affezionati.
Com'è, come non è la saga dei Poldark non mi ha mai attratta. Il periodo storico non mi ispira e, in generale, ho notato che ultimamente sto leggendo meno romanzi storici.
RispondiEliminaHo notato leggendo il tuo blog :)
EliminaIo ultimamente cerco di alternare le letture ma ho anche pochissimo tempo libero.
Il romanzo storico però lo ammetto resta il mio preferito.
Non me ne parlare... Anche io ho poco tempo libero: il lavoro mi prende anche quando sono a casa. Forse sarebbe ora che ricominciassi a prendere in considerazione di fare anche quello che mi piace, non solo quello che devo. Il numero di libri che leggo annualmente è precipitato ed è un male per mente e spirito.
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