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L’ITALIA NELLO SPECCHIO
DEL GRAND TOUR
di Cesare De
Seta
RIZZOLI
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Il fulcro di questo saggio
è il Paese reale, così come esso viene “scoperto” dalla coscienza europea in
età moderna. La complessa e aggrovigliata esperienza del Grand Tour, viaggio di
formazione della classe dirigente europea, fu un contributo rilevante alla
cultura del cosmopolitismo, in cui è stato fondamentale il ruolo assunto
dall’Italia come centro di aggregazione della civiltà nell’Europa moderna.
(tratto dall’introduzione)
Il
saggio di Cesare De Seta è un viaggio nell’Italia vista con gli occhi dei tourists
che nel corso dei secoli attraversarono il nostro paese regalandoci una
specie di immagine di “unità nazionale” ancor prima che il paese stesso
divenisse uno stato a tutti gli effetti.
L’Italia come nazione è
uno stato giovane, ma
agli occhi di coloro che la attraversarono nel passato, seppur una terra divisa politicamente, essa appariva come una terra unita spiritualmente in virtù
del suo antico passato, ma anche grazie al suo comune patrimonio artistico ed
alle sue incomparabili bellezze naturali.
L’Italia
per la sua collocazione geografica e per ragioni legate più propriamente alla
sua millenaria civiltà fu interessata
dal passaggio di pellegrini fin dall’epoca medievale. Proprio dall’XI
secolo inizia il racconto del prof. De Seta per soffermarsi poi ampiamente sui
secoli XVII e XVIII, secoli interessati
dal Grand Tour vero e proprio.
L’autore
del saggio ha deciso di suddividere alcuni capitoli in base alla diversa
nazionalità di appartenenza dei viaggiatori. Abbiamo così pagine dedicate al popolo britannico (inglesi, gallesi,
scozzesi e irlandesi), al popolo francese e a quello tedesco.
Per
stessa ammissione del prof. De Seta i viaggiatori di queste nazioni non furono
i soli a viaggiare attraverso l’Italia. Ci furono, infatti, anche viaggiatori
provenienti dal profondo nord e dall’est europeo, ma purtroppo a causa della mancanza di documentazione relativa ai loro viaggi, vuoi per la lingua in cui furono redatti
i loro diari vuoi per la difficile reperibilità dei documenti, non è stato
possibile per l’autore dare loro spazio all’interno di questo volume.
Pagina
dopo pagina veniamo a conoscenza di quali siano state le modifiche a cui i
viaggi furono soggetti nel corso dei secoli (mezzi di trasporto, spese,
compagni di viaggio ecc.).
Possiamo comprendere inoltre come nel corso degli
anni si modificarono i gusti dei viaggiatori così che le stesse città visitate in un periodo storico piuttosto che in un
altro cambiarono la loro forza attrattiva agli occhi dei tourists.

Non
è poi da trascurare l’influenza che
ebbero gli scavi archeologici e il conseguente interesse per le antichità.
Così
ad esempio città come Napoli acquistarono nei secoli sempre più interesse e l’Italia
meridionale e la Sicilia
che all’inizio non erano neppure contemplate nelle guide turistiche nel corso
dei secoli divennero pian piano delle tappe fondamentali.
Il
numero impressionante di note e le nutrite fonti consultate fanno di “L’Italia
nello specchio del Grand Tour” un saggio
esaustivo e ben costruito.
Innumerevoli
sono i personaggi di cui ci parla il prof. De Seta che hanno attraversato il
nostro paese, alcuni molto famosi come Goethe altri sinceramente a me
sconosciuti prima della lettura di questo volume.
Il libro è interessante, completo
e approfondito, ma
tutto ciò lo rende un testo non sempre scorrevole, spesso un po’ troppo
impegnativo e a volte la sua lettura richiede un notevole sforzo di
concentrazione da parte del lettore.
L’argomento
trattato è comunque talmente singolare ed interessante che se non vi lascerete
spaventare dalle difficoltà e deciderete di affrontarne la lettura, non
rimarrete delusi ed ogni vostro sforzo sarà ampiamente ricompensato.
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