Reykjavík Café
di Sólveig Jónsdóttir
SONZOGNO
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Sólveig
Jónsdóttir, laureata in scienze politiche, ha lavorato come giornalista alla
redazione di Lifestyle Magazine ed è
ora a capo della comunicazione di Unicef Islanda.
Reykjavík Café è il suo primo romanzo.
La storia, come si evince dal titolo stesso, è ambientata nella
capitale islandese; protagoniste del romanzo sono quattro giovani donne
sulla trentina che apparentemente non hanno nulla in comune tranne una vita
sentimentale deludente, confusa e insoddisfacente.
Le
quattro donne non si conoscono tra loro, ma in un certo modo sono tutte legate
al Reykjavík Café, un caldo ed accogliente bar nel buio inverno islandese.
Hervor è laureata in economia, ma lavora come
barista al Reykjavík Café, lo stesso locale nel quale ancora studentessa aveva
accettato di lavorare per mantenersi agli studi.
Ha una relazione con il professore con cui si è laureata, relazione
iniziata ancora quando era una studentessa. Hervor non vive, si lascia vivere.
Sogna di viaggiare e vedere il mondo, ma resta poi immobile, bloccata in una
situazione sentimentale inconcludente e legata ad un posto di lavoro
insoddisfacente.
Karen vive con i nonni sin dalla nascita, la
madre l’ha abbandonata da piccola rifacendosi una vita lontano dall’Islanda e del
padre non ha nessuna notizia. La donna è
in piena crisi emotiva perché deve superare una perdita molto importante che
l’ha segnata profondamente. Non essendo stata in grado di trovare nessun modo
per elaborare il lutto, ha scelto di annullare se stessa: così ogni sera esce di casa,
si ubriaca fino a stordirsi ed ogni notte finisce nel letto di uno sconosciuto diverso.
Mìa vive con il compagno. Lui è un avvocato in
carriera, lei una laureata in sociologia che trova lavori saltuari come
commessa. Il rapporto tra loro non funziona, liti e riappacificazioni si
susseguono giorno dopo giorno; fino a quando il compagno di Mìa le confessa di
essersi innamorato di una collega e la lascia.
Mìa si ritrova sola, in una mansarda in affitto che non può
permettersi, senza un lavoro, piena di debiti e una vita da ricostruire.
Trascorre le sue giornate immersa negli scatoloni del trasloco senza riuscire a
ritrovare il filo della sua vita, se mai ne avesse avuto uno…
E infine c’è Silja. Silja è un medico, lavora in ospedale. Il
suo errore è stato quello di non voler vedere che tipo di uomo avesse accanto.
Perdonato una volta colto sul fatto, nei dieci anni di matrimonio, il marito
della donna non ha mai smesso di esserle infedele. Un giorno Silja torna
dall’ospedale dopo il turno di notte e lo coglie nuovamente sul fatto.
Anche per lei una vita da ricostruire…
Il racconto inizia nel gelido e buio inverno islandese e termina
all’inizio della primavera, una primavera ancora fredda, ma che rivela già i
primi segni del risveglio della natura.
Così proprio come la natura ritorna alla vita, allo stesso modo le
quattro donne si apriranno al mondo e tutte potranno intravedere una luce di
speranza in fondo al tunnel.
Reykjavík Café viene presentato come una commedia brillante, le
cui protagoniste potrebbero essere paragonate a delle novelle Bridget
Jones.
Mi rendo conto di andare controcorrente, ma io non ho visto nulla di
tutto ciò.
L’unica per la quale mi sento di poter affermare che potrebbe avere
qualche affinità con Bridget Jones, è forse Hervor. Tra tutte e quattro le
donne sembra, infatti, quella più fresca, meno problematica o per lo meno alle
prese con dei problemi molto più comuni.
Se vogliamo poi anche per quanto riguarda Silja la storia è quella di
sempre: matrimoni falliti, tradimenti sono ormai all’ordine del giorno.
Indubbiamente il libro è ironico, divertente, fa spesso sorridere,
ma non è per nulla così spensierato come lo si vuole fare credere.
Karen è una donna psicologicamente devastata ed i problemi di Mìa non
sono legati solo al fatto di essere stata lasciata. Mìa ha serie difficoltà a
trovare se stessa, perché non ha mai camminato con le proprie gambe,
appoggiandosi prima alla famiglia e poi al compagno.
Fa sorridere, ma non è comunque divertente, scoprire che tutto il mondo
è paese e che anche nella lontana Islanda, i laureati fatichino
terribilmente a trovare un lavoro adeguato al titolo di studio conseguito.
Il romanzo è incentrato sulla difficoltà di rapportarsi con il
prossimo.
Vengono
affrontate non solo le problematiche dei rapporti famigliari genitori/figli o
fratello/sorella, ma anche quelle legate all’amore e all’amicizia.
Vengono affrontati controversi interrogativi quali “può esistere solo amicizia
tra un uomo e una donna?” oppure “se il partner ti ha tradito chi ti dice che
non lo farà di nuovo?”
Tutte domande senza una risposta certa e, se vogliamo, anche un po’
scontate, ma sulle quali l’autrice è davvero bravissima a costringerci a
riflettere ancora una volta attraverso la vita dei suoi personaggi e a farci
scoprire aspetti forse mai presi in considerazione.
Vano è farsi
illusioni, le difficoltà della vita e dei rapporti interpersonali sono uguali a
tutte le latitudini del mondo, inutile scappare.
C’è un solo un sistema per sopravvivere dignitosamente ovvero essere se
stessi e non permettere mai che siano altri a prendere le decisioni al nostro
posto.
Per essere felici o almeno provare ad esserlo c’è solo un modo: amare di
più se stessi, ascoltarci di più e fare
quello che sappiamo essere giusto per noi, senza farsi influenzare dagli altri.
Lo sapeva bene cosa desiderava
fare, e non aveva voglia di mettersi a pensare se era meglio per lei o meno.
L’aveva sempre fatto anche troppo di pensare e ripensare alle cose, e aveva
sempre finito per non agire mai.
Era rimasta con un profondo
rimpianto per le occasioni perdute. Così quella sera (…)
L’importante però è non disperare
mai, rimanere saldi nelle difficoltà, perché la vita sa sempre regalare
piacevoli sorprese come alle protagoniste del nostro libro.
Ricordate
sempre che, vada come vada, dopo ogni inverno per quanto buio e triste questo
possa essere stato, arriva sempre la primavera!
Buona Pasqua, Elisa!
RispondiEliminaDevo confessarti che il tuo racconto di questo romanzo mi ha davvero intrigata. E, tra l'altro, mi è bastata la tua presentazione delle protagoniste per capire che non poteva essere esattamente una commedia brillante.
Quanto alla tua riflessione sulle possibilità professionali dopo la laurea, penso ci si debba ricordare che l'Islanda ha poco più di 320.000 abitanti ed è economicamente collassata qualche anno fa, i rapporti economici con l'estero sono ancora ridotti al minimo perché in pochi si 'fidano' del paese (e qualche mese fa hanno addirittura fatto un appello perché le aziende britanniche ricominciassero a investire... cosa che non è avvenuta, per quel che ne so.) Allo stesso tempo, essendo così povera di abitanti, un periodo particolarmente pescoso tende sempre a ristabilire, quanto meno, l'economia interna... Questo per dire che la situazione islandese è assai peculiare.
A tal proposito, volevo chiederti se il romanzo è ambientato nel nostro presente o prima dela crisi islandese.
Buon lunedì di Pasqua!
EliminaGrazie mille per le precisazioni sulla situazione islandese. Lo confesso sono totalmente ignorante in materia per cui è stato molto interessante leggere le tue righe che porgono una nuova chiave di lettura del romanzo.
Sinceramente non so dirti se è ambientato prima o dopo la crisi economica. Direi però che potrebbe benissimo essere ambientato in quel periodo o al massimo sul finire dello sesso.
Se ho capito bene, andando un po' a sbirciare online, la crisi economica islandese è datata negli anni 2008-2011. Il copyright del libro è 2012 e, dopo quello che tu mi hai scritto, direi che i periodi potrebbero coincidere perfettamente.
Grazie per il tuo supporto sempre prezioso! ^^
Finalmente sono tornata e riapprodo anche a questo blog.
RispondiEliminaNe approfitto per dirti che ho comprato questo romanzo. Spero di riuscire a leggerlo presto perché il tuo post mi aveva davvero incuriosita molto.
Bentornata!!!
EliminaAttendo il tuo commento.
Io ho una pila di libri da leggere! ultimamente per impegni vari non riesco a trovare molto tempo da dedicare alla lettura.
Non vedo l'ora arrivino l'estate e le ferie ^^
Dopo aver ponderato per un po', mi sono decisa a incominciarlo. Devo dire che mi sta prendendo, ma sono ancora all'inizio e non me la sento di pronunciarmi.
RispondiEliminaIo aspetto ^^
EliminaHo appena preso un libro che non è proprio da me e se ti conosco un po' neppure da te, ti stupirò!
Ma se le follie non si fanno d'estate....
Ma lo sai che mi è proprio piaciuto, Elisa? Guarda, alla fine, è un bene che tu abbia dedicato a questo romanzo un post.
RispondiEliminaHo risposto anche sul tuo blog ^^ e colgo l'occasione per segnalare il tuo post su questo libro
Eliminahttp://ludo-ii.blogspot.it/2015/06/solveig-jonsdottir-reykjavik-cafe.html