CON RISPETTO PARLANDO
NERI POZZA
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Laurinda è una domestica ad ore. E’ una donna curiosa,
superstiziosa, pettegola e perfino volgare, ma nonostante tutte queste sue
caratteristiche poco apprezzabili, i suoi datori di lavoro o come lei ama
definirli, senza alcuna vena polemica, i suoi “padroni” pendono dalle sue
labbra senza neppure capirne il motivo.
Spesso anzi si interrogano sulle
abilità di chiaroveggenza della domestica, si chiedono perché senza
accorgersene si trovino a raccontarle sempre i fatti loro, a chiederle consigli
senza sapersi dare risposte.
Talvolta sono persino irritati
con se stessi per non essere in grado di frenarsi, ma è innegabile che abbiano
bisogno di lei, delle sue chiacchiere, delle sue follie e perché no dei suoi
consigli.
La saggezza di Laurinda è una saggezza popolare fatta di modi di
dire come “Dio manda il freddo a seconda
dei panni” oppure “Dio scrive sulle
righe storte”, solo per citarne alcuni.
Laurinda è religiosa, ma ha una
religione tutta sua, fatta di spiriti e fantasmi, di preghiere mezze inventate,
di medium e contatti con l’altro mondo:
“Chè pure io mica ci credo a questa storia della confessione, non si
metta in testa che solo perché credo in Dio devo credere pure a tutte le balle
che i preti ci raccontano”.
I padroni di Laurinda sono quattro, tre donne e un uomo, tutti più o
meno della stessa età intorno ai quarant’anni.
La signora Celeste è una donna separata, non vuole il divorzio
perché vuole spremere più possibile l’ex marito. Cambia continuamente amanti e fin
dalle prime pagine inizia una storia con un ragazzo di vent’anni più giovane
che ovviamente Laurinda non approva.
Celeste è una donna a suo modo
affascinante ma vuota, indolente ed ossessionata dalla paura di invecchiare.
La signora Vanda invece è la classica casalinga frustrata, tre
figli e un marito che non vuole assolutamente che riprenda a lavorare.
Non le mancano i soldi, suo
marito guadagna a sufficienza per farla vivere nel lusso con tanto di domestica
e cuoca, ma lei fatica ad accettare questa condizione senza far nulla per
cambiarla tranne lamentarsene continuamente con Laurinda.
Gli ultimi due datori di lavoro
della domestica sono il professor Emanuel,
il suo preferito, un uomo colto, scapolo ed omosessuale sempre alla ricerca del
grande amore e la signora Ursula.
Ursula fa la ceramista e viene
dalla Svizzera. Anni addietro ha lasciato il marito e si è trasferita in
Portogallo seguendo l’uomo di cui si era perdutamente innamorata. La storia
d’amore è ormai finita e lei si ritrova a vivere da sola in un paese straniero.
Racconta a tutti che ormai non
sarebbe più in grado di sopportare la rigidità della società svizzera, ma la
realtà è che non trova il coraggio di tornare a casa e di affrontare la sua famiglia
ammettendo con essa di aver commesso un errore a lasciare marito, amici,
familiari e patria solo per un colpo di testa.
“Con rispetto parlando” è un
libro strano, un libro che parla di tutto e di niente, un libro che potrebbe
sembrare perfino frivolo e superficiale ma che ad una più attenta lettura si scopre essere il racconto della vita, la
vita vera quella di tutti i giorni.
I personaggi sono persone reali
con le loro ossessioni, le loro insicurezze, le loro manie...
I pettegolezzi, i
pregiudizi e le maldicenze raccontate in queste pagine sono le stesse con le
quali ognuno di noi combatte ogni giorno.
“Con rispetto parlando” è un romanzo irriverente, ironico e pieno di umorismo ma allo stesso tempo è anche una
garbata commedia umana scritta con delicatezza e grazia.
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