IN THE PLEASURE GROOVE
Love, Death & Duran Duran
di John Taylor
DUTTON
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Se
la domanda è: John chi? Il bassista dei Duran Duran? La risposta è sì, proprio
lui. Se invece vi state chiedendo se io sia impazzita, la risposta è no,
assolutamente no!
Ogni
tanto mi piace proporre un libro un po’ diverso e visto che è da un po’ che non
lo faccio…tuffiamoci insieme in the
pleasure groove e rendiamo omaggio ai mitici anni ’80 con la biografia
di uno dei musicisti che, con la sua band, ha dato un contribuito essenziale alla
storia di un’epoca.
Ho
letto il libro in lingua originale, senza dubbio una lettura un po’ più
impegnativa ma decisamente più appagante e completa. Un’ottima scelta per
chiunque voglia esercitare il proprio inglese.
Il
volume è comunque disponibile anche in
edizione italiana con il titolo “Nel ritmo del piacere. Amore, morte &
Duran Duran” (Arcana Edizioni).
Perché
leggere “In the pleasure groove”? Semplicemente perché non è la solita, banale
e ripetitiva autobiografia scritta da una rockstar, un elenco di eccessi che
dopo la lettura non vi lascerà nulla.
Il libro di John Taylor è un libro ben scritto e ben
costruito, in cui l’artista mette a nudo se stesso. E’ una sorta di autoanalisi nella quale ripercorre attraverso il flusso
di coscienza la sua vita, ricordandone i momenti felici ed i successi ma
anche i momenti bui, le ansie e le paure, le debolezze ed i dubbi.
E’ il racconto di un uomo maturo che ha affrontato un difficile percorso di riabilitazione
per ritrovare un proprio equilibrio interiore ed una serenità emotiva lacunosa
se non del tutto assente per tanti, troppi anni. Un uomo che, una volta
accettati il proprio disagio e la propria malattia, ha saputo guardare oltre per
riprendere il controllo della propria vita.
In queste pagine l’artista
guarda al suo passato con spirito critico, talvolta magari con un velo di
nostalgia, ma sempre senza piangersi addosso.
Un aspetto in particolare mi ha colpito del libro:
John Taylor si assume le proprie responsabilità, non parla mai male degli altri
membri della band o delle persone che ruotavano attorno ad essa, non si toglie nessun sassolino dalle scarpe,
anche se ne avrebbe la possibilità in più di un’occasione.
La
lettura è appassionante e scorrevole
perché l’autore non si limita a riportare un mero elenco di dati biografici e aneddotici,
ma riesce ad inquadrare perfettamente questi ultimi all’interno di un disegno
più ampio.
Così
il racconto del matrimonio dei genitori diventa l’occasione per parlare della vita nell’Inghilterra del secondo dopoguerra… il racconto del percorso
formativo diventa l’occasione per parlare del sistema scolastico inglese e di
come questo sia variato nel corso degli anni ’60 e ’70…e potrei citarvi
tantissimi altri esempi.
Che dire dei divertenti aneddoti di vita vissuta? le amicizie, la
band, l’amore per la musica…John e Nick nel loro periodo punk in giro per
locali che registrano gruppi che un giorno potrebbero diventare famosi…le prime
esperienze di John con le lenti a contatto…il primo walkam sony, un must dell’epoca…l’amore degli Italiani
per i Duran Duran…
Le
uniche parti che ho trovato un po’ più ostiche, ma semplicemente perché non ho alcuna
preparazione musicale, sono quelle in cui Taylor scende nel particolare sui suoni,
sulla strumentazione, sulle scelte artistiche ecc. Non fraintendetemi però, nulla di inaccessibile, anzi
pagine interessanti da leggere anche per i profani come me!
“In
the pleasure groove” è un’autobiografia che offre tante belle chicche anche ai Duraniani
più accaniti e preparati, è un libro piacevole da leggere per coloro che
ricordano con nostalgia gli anni ’80 ed è una lettura interessante per chi
quegli anni non li ha vissuti o era all’epoca troppo giovane per ricordarli
oggi.
And the music never sounded
better.
Innanzitutto, PREGO, non c'è di che, è stato un piacere regalartelo! ;-P
RispondiEliminaHai scritto esattamente quel che avrei scritto io se avessi dovuto recensirlo... ma non avevo dubbi al riguardo... Piuttosto, occorre segnalare che "In the pleasure groove" è stato un sorprendente caso letterario sia in Gran Bretagna che da noi; un successo davvero inatteso, trattandosi di un'autobiografia di un musicista, come ne esistono mille altre. La differenza è che questa è delicata e tocca il cuore, sia dei fans accaniti che dei più scettici. Quindi onore al merito a John che intrattiene il lettore, piuttosto che inondarlo di cronache mondane e noiose digressioni autocelebrative. E questo era il mio commento obiettivo. Quello duraniano è, invece: ho la netta sensazione che la biografia di Simon non avrebbe avuto lo stesso successo...
Devo dire che mi hai fatto fare una discreta fatica ma grazie di avermelo regalato in inglese! tvb
EliminaQuella di Simon....sai com'è... non lo dico altrimenti mi lanci qualcosa attraverso il video XD
Però quanta fatica scrivere un post quando un libro ti prende così tanto! Lui ti coinvolge proprio e poi se ci metti i ricordi da fan...diventa tutto più complicato