ANGEL
di Elizabeth
Taylor
BEAT
Edizione
originale NERI POZZA
|
Elizabeth Taylor (omonima della
celebre attrice) è una scrittrice britannica tra le più amate del Novecento. I
suoi romanzi sono stati spesso accostati a quelli di E. M. Forster (1879 –
1970) per il modo di rappresentare sia l’ambiente della media borghesia sia
quello delle realtà sociali più povere.
E’ stato scritto inoltre che le
sue opere ricordano quelle di un’altra grande autrice inglese tanto che il San
Francisco Chronicle l’ha definita proprio “la Jane Austen del XX secolo”.
A convincermi del fatto che
dovessi assolutamente leggere questo libro sono state la curiosità suscitata dalle
note sull’autrice e la sinossi nella quarta di copertina “In uno di quei villaggi dickensiani della vecchia Inghilterra, vive
Angel Deverell (…)”
Il romanzo però si è rivelato molto
lontano dalle mie aspettative. Non sono rimasta assolutamente delusa dal libro,
davvero ben scritto, ma piuttosto sorpresa perché mi ero immaginata tutt’altro
sviluppo della storia e soprattutto una protagonista completamente diversa.
Angel Deverell è una ragazzina quindicenne indolente e indisponente.
Vive con la madre vedova, una donna dolce e mite, proprietaria di una
drogheria. Angel, che grazie agli sforzi economici della madre e della zia
frequenta una scuola privata, non riesce ad accettare di dover vivere al limite
dell’indigenza. Vive nel suo mondo
fantastico, in una realtà parallela creata dalla sua immaginazione: sogna di essere
ricca, una vera lady e di vivere in una casa splendida, Paradise House, quella
stessa villa dove lavora a servizio sua zia Lottie.
Sempre più esasperata dal
rapporto conflittuale con la madre, Angel lascerà la scuola per rincorrere il
suo sogno: diventare una scrittrice. Angel non solo riuscirà a pubblicare i
suoi romanzi ma grazie a questi guadagnerà tanto da potersi permettere di
comprare quella stessa casa che aveva occupato le sue fantasie giovanili.
Angel Deverell ha davvero poco dell’eroina. Fin dalle prime pagine
è una ragazzina sfuggente, anaffettiva e superba. Il modo di rapportarsi con la
madre, il trattamento che riserva a questa sconvolge il lettore turbandolo
profondamente, perché l’astio che Angel prova nei confronti della madre è
qualcosa che va al di là della classica animosità adolescenziale nei confronti
di un genitore.
Angel diventerà donna, ma la sua
corazza diventerà sempre più dura. Grazie al suo carattere inflessibile, al rigore e alla severità che la
contraddistinguono riuscirà a raggiungere il successo e persino a sposare
l’uomo tanto desiderato ma nulla di tutto questo riuscirà a salvarla dalla sua
solitudine.
Angel Deverell è una donna egoista
ed egocentrica, incapace di mostrare i propri sentimenti agli esseri umani e proprio
per questo motivo ama circondarsi di ogni specie animale: cani, gatti, pavoni,
pony….
La realtà è sempre filtrata attraverso la sua fantasia: il suo
matrimonio è perfetto perché lei lo vuole vedere tale, non si rende conto
che il “suo” Esmé non è vero, ma è solo una proiezione della sua fantasia e del
suo desiderio. Persino quando il tradimento di questi sarà evidente, si aggrapperà
con tutte le sue forze alla finzione per cancellare l’ovvio e continuare a rifugiarsi nella
menzogna.
Non si può amare Angel, ma nel
corso della storia si impara a provare compassione per lei e l’astio che il
lettore prova nelle prime pagine per la ragazzina insensibile e viziata, lascia
il posto alla commiserazione nei confronti della donna esigente e fredda che
non riesce ad aprirsi al prossimo perché incapace di ammettere di aver bisogno
di amore.
Angel nella sua vita ha sempre cercato approvazione e adulazione, mai
affetto e comprensione; è una donna che solo verso la fine riuscirà ad ammettere,
stupendosene lei stessa, di aver paura di restare sola:
“Mi sentivo sola” rispose Angel,
e quelle parole la sorpresero.
Si può apprezzare un romanzo
anche senza averne amato la protagonista? Certamente sì.
Non posso dire se “Angel” sia il
romanzo più o meno riuscito tra quelli scritti da Elizabeth Taylor perché è il
primo ed unico libro ad oggi che io abbia letto di questa autrice.
“Angel” è però sicuramente una storia interessante e coinvolgente i
cui personaggi sono descritti in maniera magistrale.
Elizabeth Taylor approfondisce la psicologia di tutti i suoi soggetti,
non solo quella della controversa e altezzosa protagonista, ma anche quella dei
i co-protagonisti come la fedele e innamorata Nora, il devoto e compassionevole
Theo, il debole e mediocre Esmé; senza tralasciare di caratterizzare i
personaggi con un ruolo minore tra cui la lungimirante e gelosa Hermione,
moglie di Theo o la sorella della madre di Angel, Zia Lottie.
L’ultima parte del romanzo in cui
viene descritto il declino della villa e del giardino che fanno da cornice al
declino fisico della protagonista sono davvero toccanti così come sono commoventi
le immagini della due anziane donne, Angel e la cognata Nora, che trascorrono le loro solitarie serate nelle fatiscenti stanze di Paradise House.
Impossibile non richiamare alla
mente le pagine di un grande romanzo dell’Ottocento, ovvero Grandi Speranze di Charles Dickens, con la
descrizione di Miss Havisham e della sua enorme casa in decadenza.
Dal romanzo è stato tratto un
film nel 2007 diretto da François Ozon in cui Romola Garai interpreta il ruolo
principale di Angel.
Non ho avuto la possibilità ancora
di vedere il film ma la mia impressione dalla breve visione del trailer è che,
come spesso accade nelle trasposizioni cinematografiche dei romanzi, la Angel di François Ozon sia un personaggio molto
distante dalla Angel di Elizabeth Taylor.
Ad ogni modo non
resterò con questa curiosità a lungo perché conto di vedere “Angel - La vita, il romanzo” quanto prima.