Non ho mai voluto vedere alcun
film tratto da questo romanzo, sapevo che sarebbe venuto il giorno che l’avrei
letto e non volevo assolutamente essere influenzata dalle trasposizioni
cinematografiche della storia.
“Anna Karenina”, uno dei romanzi più famosi
della letteratura russa e non solo, è principalmente la storia di un adulterio
commesso da una donna che appartiene all’alta società. Anna è la moglie di un
noiosissimo alto funzionario russo (Aleksej Karenin), che si innamora
corrisposta di un uomo più giovane, il conte Vronskij. Quando i due decidono di
rendere pubblico il loro amore, la società respinge e condanna gli amanti che
con il loro comportamento hanno osato sfidare i suoi rigidi canoni di moralità.
Fa da contraltare alla coppia Anna/Vronskij la coppia formata da Levin/Kitty.
Kitty è la cognata del fratello di Anna e anche lei è innamorata di Vronskij
che le preferisce però la Karenina. La
donna, una volta superato il trauma del rifiuto da parte del conte, al ritorno
da un viaggio in Germania rivede Levin, un vecchio innamorato, caro amico del
cognato, e accetta la sua proposta di matrimonio. Da una parte abbiamo quindi
una coppia perennemente in crisi, messa al bando dalla società e dove la donna
adulterina deve fare i conti con un marito che le nega il permesso di vedere il
figlio, oppressa dai sensi di colpa, schiacciata dall’insicurezza e dalla
crescente paura di non essere amata incondizionatamente e totalmente dal suo
uomo. Dall’altra parte abbiamo una coppia felice, Kitty e Levin vivono una vita
serena ed onesta, fondata sulla reciprocità del loro amore e della devozione e
non sulla passione travolgente.
Il romanzo di Tolstoj è
indubbiamente un capolavoro, lo scrittore descrive perfettamente i suoi
personaggi e soprattutto riesce a farli muovere in un contesto storico e
sociale raccontato minuziosamente. Molto belle ed interessanti sono le
descrizioni della campagna e della situazione dei contadini in Russia; dobbiamo
ricordare infatti che qui l’abolizione della servitù della gleba, avvenuta nel
1861 ad opera dello Zar Alessandro III, era un fatto molto recente.
Il libro mi è piaciuto
moltissimo, ma anche se mi rendo conto che attirerò l’ira funesta della maggior parte dei lettori, devo essere onesta e
dirvi che non ho amato per niente il personaggio di Anna Karenina.
Ecco l’ho detto.
La Karenina
è una donna nevrotica e depressa e io l’ho trovata irritante nella sua perenne
insoddisfazione. E’ una donna emancipata, decide di vivere la sua storia di passione,
ma non è disposta a pagarne il prezzo. Non dico assolutamente che sia giusto il
trattamento che la società le riserva anzi tutt’altro.
Quello che però non trovo accettabile è il suo modo di affrontare gli eventi. Dice di amare il figlio Serëža, soffre nel doverlo lasciare al padre, ma non per questo rinuncia alla sua passione, tra l’amore materno e la passione per Vronskij, sceglie la seconda. Non è giusto che una donna sia messa davanti ad una scelta del genere, ma resta il fatto che Anna, costretta a farla, sceglie egoisticamente “se stessa” o meglio la soddisfazione del desiderio. Lei deve rinunciare alla sua rispettabilità ma anche Vronskij per vivere il loro amore deve rinunciare a diverse cose, prima tra tutte la carriera. Ad Anna però non sembra mai abbastanza e alla fine lo opprime con la sua insicurezza e la sua possessività. Il finale è scontato, il suicidio è l’unica via possibile per questa donna eternamente in lotta con se stessa e distrutta dal peso degli errori commessi.
Ecco l’ho detto.
Quello che però non trovo accettabile è il suo modo di affrontare gli eventi. Dice di amare il figlio Serëža, soffre nel doverlo lasciare al padre, ma non per questo rinuncia alla sua passione, tra l’amore materno e la passione per Vronskij, sceglie la seconda. Non è giusto che una donna sia messa davanti ad una scelta del genere, ma resta il fatto che Anna, costretta a farla, sceglie egoisticamente “se stessa” o meglio la soddisfazione del desiderio. Lei deve rinunciare alla sua rispettabilità ma anche Vronskij per vivere il loro amore deve rinunciare a diverse cose, prima tra tutte la carriera. Ad Anna però non sembra mai abbastanza e alla fine lo opprime con la sua insicurezza e la sua possessività. Il finale è scontato, il suicidio è l’unica via possibile per questa donna eternamente in lotta con se stessa e distrutta dal peso degli errori commessi.
Il personaggio che ho amato
veramente è Levin. Levin è un uomo onesto, che vive in una sua rigorosa morale
che spesso lo pone nella condizione di non riuscire ad accettare le norme della
società. Detesta la fumosità della burocrazia e ama la concretezza. E’ un uomo
buono, corretto e leale. Spesso è un po’ troppo rigido e formale ma sa anche
mostrare il suo lato umano. Nonostante il fatto di essersi ripromesso di non
voler mai più avere a che fare con Kitty che gli aveva preferito Vronkij, quando
si rende conto della profondità dei suoi sentimenti nei confronti della donna,
torna sui suoi passi e la sposa. E’ appassionante la sua voglia di riuscire ad
instaurare nuovi rapporti tra i contadini e i padroni, permettendo così di
migliorare i rapporti tra le varie classi del popolo russo. Levin è sempre
ossessionato dalla ricerca del senso della vita e della morte, ma alla fine riesce
a ritrovare la sua fede in Dio e questo grazie anche all’amore della donna che
ha accanto.
La vera protagonista di “Anna
Karenina è in fini dei conti la vita stessa…amore, odio, passione, noia,
tradimento, solitudine, comprensione…non manca proprio nulla.