AGNESE, UNA VISCONTI
di Adriana Assini
SCRITTURA &
SCRITTURE
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Seconda metà del Trecento, Bernabò
Visconti è il signore di Milano e il suo vasto dominio si estende anche alle
città di Bergamo, Brescia, Cremona più altri centri minori.
È un uomo autoritario e irascibile
che, pur dotato di intelligenza ed erudizione fuori dal comune, possiede la
grinta tipica dei conquistatori.
La sua sregolatezza, il pugno di
ferro con cui è solito governare, la sua smodata passione per il cibo e la
caccia, riportano alla nostra mente la figura di un grande sovrano che regnerà
sull’Inghilterra più di un secolo dopo, il tanto discusso Enrico VIII.
La figura di Bernabò Visconti, proprio come quella del celebre re inglese,
non lascia spazio a tiepidi sentimenti; Bernabò Visconti o lo si ama o lo si odia, l’indifferenza non è ammessa.
Il Visconti ha una prole numerosa, ma Agnese è senza dubbio la sua
preferita; in lei infatti egli vede il riflesso di se stesso. Caparbia, intelligente e
audace, Agnese è proprio come lui.
Non stupisce quindi che, a causa del suo carattere ribelle, la giovane entri
spesso in contrasto con il genitore e, per riportare la pace in famiglia, ogni
volta deve intervenire la madre, Beatrice
della Scala, detta anche Regina per il suo portamento regale.
La sposa di Bernabò è l’unica persona sulla faccia della terra in grado di
addomesticare il consorte, riconducendolo a più miti consigli quando necessario
e, visto il carattere collerico di questi, Beatrice deve intervenire piuttosto frequentemente.
Bernabò Visconti ha combinato per Agnese
un prestigioso matrimonio, sua figlia andrà in sposa al giovane Francesco
Gonzaga, futuro signore di Mantova.
Agnese sulle prime cerca di ribellarsi a questa unione, ma poi si piega alla
volontà paterna e accetta di sposare il Gonzaga.
Il matrimonio si rivelerà però un fallimento sia dal punto di vista sentimentale
che politico.
Agnese, infatti, indomita
e fiera, non si piegherà mai né alla ragion di stato né al modo di pensare del suo
consorte, sfiderà le convenzioni e sarà fin da subito un spina nel fianco
del suo sposo.
La vita non sarà clemente con Agnese che pagherà a caro prezzo la ferrea
volontà di rimanere fedele a se stessa, ai suoi principi e ai suoi affetti.
Il libro di Adriana Assini è un romanzo
storico molto ben costruito: cronaca storica e romanzo d’amore si sposano
perfettamente, regalandoci uno splendido affresco dell’epoca e una vivida
testimonianza di quanto potesse essere difficile e pericoloso a quel tempo
essere una donna sola e risoluta.
Il periodo in cui si svolgono i fatti narrati nel romanzo è un’epoca tormentata, dove alleanze e
amicizie duravano poche settimane e dove persino i legami famigliari più
stretti erano totalmente instabili e inaffidabili.
In un quadro storico così incerto la luce di Agnese, così altera e fiera, risplende come una stella.
Nonostante più volte cerchino di
spezzare la sua dignità la donna mantiene inalterato il suo orgoglio fino alla
fine dei suoi giorni; lei è una guerriera, orgogliosa di appartenere
alla valorosa dinastia dei Visconti, fiera di essere la figlia di Bernabò.
Questa sua alterigia indubbiamente a tratti risulta anche un po’
indisponente, nonostante tutte le attenuanti che le si possono riconoscere, tra
cui un consorte, Francesco Gonzaga, subdolo e codardo, Agnese spesso non fa
nulla per cercare di ingraziarsi la sua corte.
Il finale del romanzo però riscatta del tutto qualunque dubbio possa essersi
affacciato alla mente del lettore sulla personalità di Agnese Visconti, nei
confronti della quale è impossibile non sciogliere qualunque tipo di riserva e
sviluppare un forte senso di empatia.
La struggente conclusione del libro lascia al lettore un senso di angoscia e amarezza, ma anche la piena consapevolezza
di aver conosciuto, attraverso le pagine di questo splendido romanzo, la storia
di una grande donna; una donna che, nonostante gli avversi colpi della
fortuna, ha avuto il coraggio di vivere secondo i suoi desideri.
Fin da bambina Agnese Visconti sognava di incontrare un cavaliere che
assomigliasse ai protagonisti dei libri che tanto le piaceva leggere; desiderava
vivere una passione degna della più grandi storie d’amore e, nonostante tutti
la dissuadessero dal credere tutto ciò possibile, lei riuscì a realizzare il
suo sogno, seppur mettendo a repentaglio la sua stessa vita.
I personaggi del romanzo sono tutti caratterizzati in maniera magistrale da
Adriana Assini: la fidata Mea della Mirandola, dama di compagnia di Agnese,
Beatrice della Scala, Jacopo l’indovino, Bernabò Visconti e Antonio da
Scandiano, il cavaliere bello ed elegante, dagli
occhi grigi come i cieli d’inverno e capelli scuri, lunghi fin quasi alle
spalle.
“Agnese, una Visconti” è un libro
affascinante e coinvolgente come la sua protagonista, un romanzo appassionante
che sa regalare al lettore emozioni forti oltre a trasmettergli il
desiderio di rileggere le opere di Dante e Petrarca e magari riprendere in mano
anche i poemi di Chrétien de Troyes.
Un ultimo accenno merita di essere fatto sull’aspetto estetico del libro in
sé come oggetto. Ho trovato l’edizione davvero piacevole e invitante. Bello il
dipinto scelto per la copertina, Ritratto
di donna di profilo opera di Piero del Pollaiolo (1465) e assai gradevoli
sia il formato che la grafica del volume.
Insomma, bella l’edizione, ottima la storia e Adriana Assini, autrice che
non conoscevo, una piacevole scoperta.