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sabato 9 settembre 2017

“The Store” di James Patterson

THE STORE
di James Patterson
con Richard DiLallo
LONGANESI
Scritto da James Patterson con la collaborazione di Richard DiLallo, “The Store” racconta la storia della famiglia Brandeis.

Sotto un cielo dove sfrecciano centinaia di droni, Jacob Brandeis, braccato dalla polizia, si aggira per le strade di New York portando con sé un voluminoso cartone contenente la stampa del suo ultimo libro intitolato “2020”.
In questo clima surreale e quasi apocalittico, Jacob riesce a raggiunge la Writers Place, l’ultima grande casa editrice ancora esistente in tutta l’America, e a consegnare il manoscritto alla direttrice editoriale Anne Gutman, sfuggendo per pochi secondi alla cattura.

Il racconto a questo punto si interrompe e, con un salto temporale, riprende quando otto mesi prima, Jacob e Megan Brandeis, entrambi scrittori di professione, sono sul punto di comunicare agli amici la decisione di abbandonare la loro vecchia vita a New York per trasferirsi a New Burg in Nebraska insieme ai figli Alex (13 anni) e Lindsay (16 anni).
La coppia ha infatti deciso di accettare la proposta di lavoro offertagli da The Store.

Ma che cos’è The Store? Lontano dall’essere un semplice negozio online, The Store è il dominatore assoluto del mercato, un impero commerciale che vanta migliaia di lobbisti a Washington e una rete di agenti dediti allo spionaggio e al controspionaggio infiltrati in ogni angolo del globo.

Il mondo che Gorge Orwell aveva ipotizzato nel suo "1984" è ora diventato realtà.

L’intento dei Brandeis è proprio quello di smascherare la politica di The Store e rendere pubblica la verità.

Riusciranno nel loro intento o verranno anche loro irrimediabilmente fagocitati dal “mostro”?

Il nuovo romanzo di James Pattenson è una storia adrenalina, inquietante e travolgente.

Il tema trattato è terribilmente attuale. Forse noi non saremo ancora spiati con telecamere nelle nostre stesse abitazioni, ma la situazione è comunque allarmante.
Dai controlli ai quali siamo sottoposti, spesso per la nostra stessa incolumità, allo spionaggio sui nostri dispositivi informatici (smartphone, tablet e quant’altro), sino ai grandi monopoli tecnologici, tutto concorre nel farci comprendere che quanto Patterson descrive nel suo romanzo è una visione quanto mai realistica di un futuro neppure troppo lontano.

Per rimanere su un tema caro a noi lettori, basti pensare a quante librerie indipendenti hanno dovuto chiudere i battenti e inchinarsi dinnanzi ai colossi della vendita on-line ai quali sempre più persone si rivolgono complici la comodità della consegna, la grande disponibilità dei titoli, i prezzi convenienti.
Questo fenomeno è in continua crescita anche per ogni altro tipo di prodotto: abiti, scarpe, medicinali, viaggi…a qualunque cosa voi stiate pensando, essa è ora a portata di mouse.

I primi tempi alcuni di noi si allarmavamo quando, navigando in rete, gli venivano riproposti proprio quegli stessi prodotti che avevano sbirciato qualche giorno prima su qualche sito. Ormai però tutto quanto fa parte della routine, non ci stupiamo più di nulla.

E mentre noi ci abbandoniamo sempre più alle nostre abitudini e alle comodità, la realtà evolve velocemente verso quel mondo spaventoso e perverso che Patterson ha descritto così bene nel suo romanzo.

Questo libro crea timore e suscita ansia nel lettore non solo perché si tratta di un thriller coinvolgente e ben scritto, ma anche perché racconta una realtà quanto mai verosimile.

Il ritmo è incalzante e il racconto così carico di suspense dall’inizio alla fine che, giunti a poche pagine dal termine, ci si chiede come l’autore possa essere riuscito a scrivere una degna conclusione a quanto finora letto.
Il finale però lascerà davvero senza parole perché proporrà un magistrale e inaspettato colpo di scena.
“The Store” è una storia che si presterebbe benissimo ad una trasposizione cinematografica.

E voi cosa state aspettando? La cittadina di New Burg vi attende per darvi un caloroso benvenuto…una sola parola d’ordine: TRANQUILLITA

Buona lettura!






giovedì 13 aprile 2017

“La vendicatrice” di Mark Dawson

LA VENDICATRICE
di Mark Dawson
LONGANESI
Beatrix Rose è una bella donna dai capelli biondi, alta e magra, ma la cosa che colpisce di più guardandola non è la sua bellezza ma piuttosto la sua espressione fredda e scaltra, quella nota di durezza nello sguardo che la caratterizza.

Non c’è pietà sul suo viso, nessuna empatia, nessuna comprensione.

E’ una donna cauta e la sua cautela è dovuta ad un passato dal quale non si potrà mai congedare.

Beatrix Rose è una madre premurosa, ma allo stesso tempo è anche una letale assassina.

Ex agente dei servizi segreti britannici, c’era stato un tempo in cui pensava di combattere dalla parte del bene, ma questo era stato prima che i suoi stessi compagni la tradissero, uccidessero suo marito e le rapissero la figlia Isabella di appena tre anni.

Oggi Beatrix Rose vive a Marrakech insieme alla figlia ormai tredicenne e, dopo otto lunghi anni di separazione, potrebbe finalmente lasciarsi tutto alle spalle cercando di recuperare il tempo perduto con Isabella e ricostruire il loro rapporto.

Il destino però le riserva una terribile sorpresa: il tumore che le è stato diagnosticato è ormai ad uno stadio troppo avanzato perché possa essere arrestato.

Nell’anno di vita che le resta Beatrix Rose ha un solo desiderio: “la vendetta”; farla pagare a tutti coloro che l’hanno tradita diventa la sua priorità.

“La vendicatrice” è il primo romanzo della serie dedicata a Beatrix Rose.
Proprio il personaggio di Beatrix Rose era già apparso nella serie precedentemente scritta dallo stesso autore e dedicato al personaggio di John Milton.

Mark Dawson è un vero fenomeno letterario, un autore molto prolifico, con 20 romanzi all’attivo in soli tre anni e un seguito di lettori molto nutrito.
Dalla serie di libri che vede Beatrix Rose come protagonista sarà presto tratta una serie televisiva.

Beatrix Rose è un personaggio vulcanico e inquietante. Un vero enigma per il lettore che trova piuttosto difficile riuscire a conciliare i due aspetti della sua personalità: quello di madre premurosa e quello di spietata assassina.

La scrittura di Mark Dawson è scorrevole, descrittiva e piacevole.
La lettura scivola veloce e ci si ritrova a leggere l’ultima pagina senza quasi rendersene conto.
La storia è adrenalina, convincente e purtroppo anche terribilmente attuale.

Dico purtroppo perché, nonostante davvero abbia apprezzato la trama veloce del romanzo e la scrittura fluida dell’autore grazie alle quali l’attenzione del lettore viene catturata fin dalla prima pagina, sono rimasta piuttosto sconcertata da come sentir parlare ogni giorno di attentati, campi profughi, estremisti sia diventato ormai talmente ordinario e consueto che, leggendo il libro di Dawson, tutto risulti così tristemente familiare e normale.

“La vendicatrice” è però oggettivamente un thriller appassionante e coinvolgente, carico di suspense e ben scritto e, se amate il genere, questo romanzo vi conquisterà così come resterete affascinati dalla sua coraggiosa ed audace protagonista.

La vendetta di Beatrix Rose è solo iniziata e molti interrogativi sono rimasti aperti...




giovedì 5 gennaio 2017

“Il maestro delle ombre” Donato Carrisi

IL MAESTRO DELLE OMBRE
di Donato Carrisi
LONGANESI
A.D. 1521 Papa Leone X, nove giorni prima di morire, emana una bolla nella quale la città di Roma non dovrà mai rimanere al buio.
La bolla pontificia sarà nel corso dei secoli oggetto di studio di storici e teologi che si interrogheranno sulle ragioni che spinsero Leone X ad emanarla.

23 febbraio 2015. Roma è in piena emergenza, una tempesta senza precedenti si sta abbattendo sulla città. Per poter riparare un guasto occorso ad una delle centrali elettriche, le autorità si vedono costrette ad imporre un blackout totale di ventiquattro ore.
Dalle ore 7.41 del mattino la Città Eterna piomberà in un vero incubo, un azzeramento tecnologico che la riporterà per ventiquattro ore all’epoca medievale.

Nonostante le autorità abbiano ordinato il coprifuoco dopo il tramonto, nonostante siano stati mobilitati tutti i corpi speciali di polizia, l’esercito ed ogni risorsa disponibile, nulla potrà bloccare l’inevitabile eccesso di violenza che si scatenerà non appena l’oscurità offrirà la sua protezione ad assassini, stupratori, ladri, psicopatici e persino a tutti i semplici cittadini, persone insospettabili, che non attendono altro che potersi vendicare di qualcuno senza la paura di essere puniti.

In mezzo al caos scatenato dalla violenza della forza della natura e dall’aggressività  umana, un’ombra si sta aggirando già da qualche tempo indisturbata seminando una scia di morte. Solo un uomo potrebbe essere in grado di fermarla.

Marcus è un prete, ma non un semplice sacerdote, egli appartiene all’ordine dei Penitenzieri e come tale risponde esclusivamente al Tribunale della Anime.
Ultimo del suo ordine, egli è il guardiano che sorveglia il confine laddove il mondo della luce incontra quello del buio.
Marcus vive pericolosamente al limite della terra delle ombre dove tutto è confuso, incerto e rarefatto; il suo compito è quello di ricacciare indietro qualunque cosa riesca talvolta a varcarne la soglia.
Cercare anomalie, impercettibili strappi nel quadro della normalità, è la sua abilità.

Marcus però ha perso la memoria e purtroppo non ricorda assolutamente nulla di quello che gli è accaduto nei giorni precedenti il blackout.
A supportarlo nella ricerca dell’assassino sarà Sandra Vega, una preparatissima ex foto rilevatrice della polizia scientifica che, a causa dello stress accumulato per il tipo di lavoro svolto oltre che per un grave lutto subito, aveva deciso in passato di chiedere il trasferimento e abbandonare il lavoro sul campo.
Sandra però, suo malgrado, si ritroverà coinvolta nelle indagini.

“Il maestro delle ombre” è il terzo volume di un ciclo i cui protagonisti sono Marcus e Sandra Vega. I primi due titoli erano “Il tribunale delle anime” (2011) e “Il cacciatore del buio” (2014).

Il libro è perfettamente leggibile come romanzo a sé, non è necessario aver letto i due volumi precedenti per farsi affascinare dalla storia. Vi anticipo però che sarà difficile, se non impossibile, una volta terminata la lettura di questo terzo volume, resistere alla tentazione di recuperare i primi due libri.

Donato Carrisi si conferma ancora una volta uno dei nostri migliori scrittori di thriller, pochi come lui infatti sono in grado di tenere incollato il lettore alle pagine e ammaliarlo con il racconto di storie ad alta tensione e carica adrenalinica.

La lettura scivola veloce e sciolta grazie ad una scrittura pulita e scorrevole; ogni particolare, ogni singolo elemento si incastra alla perfezione regalandoci un quadro ed una visione d’insieme perfetta della storia.
Ogni elemento è ben studiato, nulla è lasciato al caso ed appare evidente la minuziosa ricerca e gli accurati approfondimenti eseguiti dall’autore per rendere il tutto il più credibile e realistico possibile.

Perfetta la caratterizzazione dei numerosi personaggi. I capitoli iniziali introducono ognuno un diverso soggetto ed il lettore incuriosito non vede l’ora di addentrasi nella narrazione al fine di riuscire a comprendere come questi personaggi interagiscano tra loro e come si inseriscano all’interno della trama del romanzo.

Il tema sul quale si basa la storia, ovvero l’idea del buio e dell’eclissi tecnologica, è un tema molto attuale che mette il lettore dinnanzi ad un qualcosa di davvero plausibile ed allo stesso tempo terribilmente angosciante nella sua verosimiglianza con una possibile realtà.
Ed è forse proprio questo lato credibile della storia che, più di ogni altra cosa, è in grado di risvegliare angosce e paure nel lettore rendendolo davvero partecipe e coinvolgendolo sempre più pagina dopo pagina.

Ero un po’ scettica sulla lettura di questo romanzo nonostante avessi letto dello stesso autore un altro libro, “La ragazza nella nebbia” (2015), restandone tra l’altro piacevolmente sorpresa.

Dopo “Angeli e Demoni” di Dan Brown sono usciti una serie infinita di romanzi con argomento e trama molto simili ed inevitabilmente temevo che questo di Carrisi potesse essere, nonostante ormai l’accreditata e meritata fama dell’autore, l’ennesimo libro dalla trama scontata appartenente a questo genere.

Donato Carrisi è riuscito invece a creare qualcosa di nuovo nonostante il filone sia ormai davvero molto sfruttato. Merita davvero di essere annoverato tra i migliori scrittori del genere e non stupisce affatto che i suoi thriller vengano esportati anche all’estero.

“Il maestro delle ombre” è un romanzo talmente avvincente ed appassionante, da consigliarne la lettura anche a chi non è particolarmente interessato al genere, perché grazie a questo romanzo potrebbe scoprire una nuova insospettata passione.





domenica 27 dicembre 2015

“La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi

LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
di Donato Carrisi
LONGANESI
Vi riporto subito qualche notizia sull’autore del libro di cui vi parlerò oggi, anche se Donato Carrisi non ha certo bisogno di presentazioni: classe 1973, nato a Martina Franca, vive a Roma.
Laureato in Giurisprudenza e specializzato in Criminologia e Scienza del comportamento, è sceneggiatore di serie tv e cinema.
Scrive per il Corriere della Sera ed è autore di bestseller internazionali, tanto che il suo libro “Il suggeritore” è uscito in ben 23 paesi.
Donato Carrisi è l’autore italiano di thriller più venduto nel mondo.

Il suo ultimo lavoro si intitola “La ragazza nella nebbia”.

La storia è ambientata ad Avechot, un piccolo paese delle Alpi.
Avechot è stato nel passato un’importante meta turistica, ma dopo la scoperta di un importante giacimento di fluorite nella zona, si è ormai trasformato in piccolo centro isolato.
Gli abitanti che possedevano terreni, grazie alla vendita degli stessi, si sono arricchiti più di quanto mai avrebbero sperato di riuscire a fare, quelli che vivevano invece dei proventi del turismo hanno dovuto assistere impotenti al fallimento delle proprie attività commerciali.

Il racconto ha inizio il 23 febbraio, ovvero 62 giorni dopo la scomparsa della giovane Anna Lou Kastner, la sedicenne con i capelli rossi e le lentiggini che il 23 dicembre, uscita di casa per recarsi in chiesa,  non vi era mai arrivata. Nonostante il percorso da compiere fosse di poche centinai di metri, la ragazza era scomparsa nel nulla e di lei si era persa ogni traccia.

La notte in cui tutto cambiò per sempre era iniziata.

L’agente Vogel viene fermato dalla polizia dopo un incidente stradale. Nella fitta nebbia la sua auto ha sbandato ed è uscita di strada. Vogel ha i vestiti sporchi di sangue ma quel sangue non è suo.
La giovane procuratrice Rebecca Meyer non crede all’apparente stato confusionale in cui sembra trovarsi l’agente speciale Vogel e decide quindi di richiedere una consulenza ad Auguste Flores, lo stimato psicologo che lavora da quarant’anni nell’ospedale di Avechot.

Lo stato confusionale di Vogel si dirada pian piano e inizia così il racconto dell’agente sulla terribile vicenda, sugli indizi e sulle prove vere, false o presunte raccolte nel corso delle indagini nonché del fondamentale ruolo giocato dai media nel corso delle operazioni.

Personaggi principali del romanzo sono l’agente Vogel e il principale indiziato il professor Martini.

Due protagonisti perfettamente delineanti da Carrisi.

Il professor Martini, marito premuroso, padre esemplare, insegnate capace sembra il soggetto ideale destinato a divenire la perfetta vittima di un errore giudiziario.
L’autore è bravissimo però a far si che il lettore, dapprima convinto dell’innocenza del professor Martini, vacilli nel corso delle indagini tanto da non essere più certo di nulla.
Allo stesso modo il lettore che sin dalle prime pagine nutre un profondo disprezzo per l’agente Vogel e i suoi metodi poco ortodossi, nel corso della lettura è più volte indotto a chiedersi se, pur continuando a ritenere deprecabili i mezzi da lui usati, questi sia poi davvero così lontano dalla scoperta della verità.

Quello che più colpisce del romanzo di Donato Carrisi è l’attualità dell’argomento.
Ogni giorno le televisioni ci riportano casi di cronaca nera: delitti efferati commessi da persone comuni.
Assistiamo ogni giorno alla “creazione del mostro” da sbattere in prima pagina o di cui discutere in trasmissioni e talk show televisivi sempre più numerosi.
Donato Carrisi con “La ragazza nella nebbia” mette in evidenza quanto il pubblico sia da considerarsi “una bestia feroce e famelica”, pubblico di cui fanno parte anche “i turisti dell’orrore” come li defisce lo stesso agente speciale, intere famiglie che nelle giornate di festa si muovono in massa per recarsi sul luogo del delitto.

Lo sciacallaggio mediatico non si preoccupa dei sentimenti delle persone coinvolte e neppure della giustizia e della verità: conta solo l’indice di ascolto.

La giustizia non fa ascolti. La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole un mostro…E io le do quello che vuole.

In questa prospettiva l’agente Vogel riesce a volgere a suo vantaggio l’enorme caso mediatico da lui stesso creato, non solo procurandosi notorietà e fama, ma anche ottenendo maggiori mezzi e finanziamenti per condurre le indagini.

Qual è il prezzo da pagare?

Il mostro diventa il vero protagonista della vicenda, a discapito della vittima stessa che alla fine, dopo essere stata santificata, viene dimenticata, tanto che quando tutto sarà finito  non sarà il suo nome ad essere ricordato ma piuttosto quello del suo carnefice.

“La ragazza della nebbia” non può definirsi un romanzo dai ritmi serrati ma è un racconto molto intenso e scorrevole; una storia stimolante, coinvolgente e soprattutto ricca di colpi di scena.

Ho cercato per ovvie ragioni di anticiparvi il meno possibile sulla trama e lo svolgersi degli avvenimenti, tralasciando anche di raccontarvi dettagli sui personaggi e sulla comunità in cui questi vivono per non influenzarvi nella lettura del libro che consiglio a tutti, non solo agli appassionati del genere.

Posso assicurarvi che, dopo averlo letto, la vostra prospettiva e le vostre opinioni sulle indagini dei delitti di cronaca nera e sulle trasmissioni televisive a queste dedicate non saranno più le stesse.






giovedì 23 luglio 2015

“La porta delle tenebre” di Glenn Cooper

LA PORTA DELLE TENEBRE
di Glenn Cooper
NORD
“La porta delle tenebre” è il secondo capitolo della trilogia “Dannati” che prende il titolo proprio dal primo volume.

In “Dannati” la dottoressa Emily Loughty, scienziata del laboratorio del MAAC, durante un esperimento di fisica delle particelle sparisce nel nulla.
In verità è stata catapultata in un mondo parallelo chiamato Oltre, un luogo totalmente differente dal nostro pianeta, ma allo stesso tempo molto simile alla Terra.
Il responsabile della sicurezza del progetto, John Camp, militare con esperienza maturata in missioni in Afganistan e in Iraq, innamorato della bella dottoressa inglese è intenzionato a raggiungerla ovunque lei si trovi per riportarla a casa.
Per comprendere cosa possa essere realmente accaduto gli scienziati decidono di provare a riavviare il sistema e John Camp, posizionandosi nel medesimo punto in cui Emily si trovava al momento della sua sparizione, viene anch’egli catapultato nello stesso sconosciuto mondo parallelo.

L’Oltre in realtà non è altro che l’Inferno abitato dai dannati.
Nell’Oltre si possono incontrare non solo le persone comuni che hanno commesso efferati crimini, ma anche i grandi della storia che sono stati condannati alla dannazione eterna, possiamo così conoscere illustri personaggi quali Garibaldi, Il Barbarossa, Enrico VIII, Robespierre…

I dannati dell’Inferno vivono in un mondo senza tecnologia: non esistono impianti elettrici né luce artificiale; i materiali come la plastica, il titanio ecc. sono totalmente assenti; non ci sono armi moderne e si combatte per lo più con pugnali e spade.
Lo stile di vita condotto in questo luogo così opprimente è del tutto simile al mondo medievale.

I dannati poi sono continuamente perseguitati dagli erranti, la feccia dei dannati.
Gli erranti vagano di città in città in cerca di vittime da derubare e mutilare e, nel caso siano particolarmente affamati, arrivano persino a mangiare le loro prede.
Sono crudeli e malvagi tanto che non si accontentano di uccidere le loro vittime, ma si divertono a fare anche scempio dei loro corpi.

I dannati sono già morti e non possono ovviamene morire una seconda volta, per cui se “uccisi” sono condannati per l’eternità a marcire nelle celle di putrefazione.

Nel nuovo capitolo della saga “La porta delle tenebre” John ed Emily appena tornati nell’Inghilterra del XXI secolo, si rendono conto sin da subito che l'incubo purtroppo non è ancora finito.
Dovranno, infatti, quanto prima fare ritorno nell’Oltre perché durante il riavvio dell'acceleratore di particelle che ha permesso il loro rientro, non solo alcune persone tra cui la sorella e i nipoti di Emily, sono state spedite nell’Oltre, ma anche alcuni dannati sono stati a loro volta catapultati sulla Terra.

John e Emily insieme ad un gruppo di volontari ritornano all’Inferno per recuperare le persone scomparse, mentre sulla Terra gli scienziati cercano di trovare il modo di chiudere il varco tra i due mondi che sembra allargarsi sempre di più ad ogni accensione del MAAC.

I servizi segreti nel frattempo sono più che mai impegnati a dare la caccia ai dannati che si aggirano minacciosi sul suolo britannico seminando morte e terrore. 
Inoltre sono alla disperata ricerca di un blogger che sembra aver intuito tutta la verità e minaccia di renderla pubblica, rischiando di gettare la popolazione mondiale nel panico.

Il racconto si svolge così su due livelli: abbiamo da una parte la storia ambientata nell’Oltre, dove i protagonisti si ritrovano coinvolti nelle guerre di quella strana terra in cui Garibaldi è diventato re d’Italia e aspira ad unificare l’Europa per realizzare il suo sogno di fare dell’Inferno un posto migliore, un luogo vivibile per tutti, mentre lo zar Stalin sconfigge il Barbarossa riuscendo così ad annettere la Germania all’Impero di Russia, tutto mentre in Inghilterra il potere è sempre più saldo nelle mani di Enrico VIII.
Dall'altra parte abbiamo invece la storia ambientata nel mondo reale dove la situazione è completamente fuori controllo poiché tra i dannati giunti sulla Terra c’è anche un gruppo di spietati erranti.

Come avrete capito Glenn Cooper fa in modo che al lettore non manchi proprio nulla: suspense, adrenalina, angoscia e smarrimento.

La contaminazione di stili è perfetta: ci sono elementi propri del thriller, dell’horror e del fantasy; quello che più sorprende positivamente è la grande capacità dell’autore di riuscire ad amalgamare il tutto in maniera perfetta.

Il racconto scorre veloce e, tranne qualche raro passaggio un po’ ostico sulle vicende politiche e belliche nell’Oltre, non c’è un attimo di tregua così che il lettore è costantemente tenuto sulla corda e resta letteralmente incollato alle pagine.

Il mondo creato da Glenn Cooper è davvero intrigante ed è accattivante l’idea di vedere interagire personaggi così distanti tra loro per epoca, carattere e cultura.

E’ affascinante leggere di Caravaggio che opera a fianco di Garibaldi; lo so che detto così può sembrare quanto meno un po’ folle, ma è anche grazie a questa follia che la storia risulta così avvincente per il lettore.

“La porta delle tenebre” è uno di quei libri che ti conquista sempre più pagina dopo pagina anche perché l’autore ha dimostrato di essere dotato una fantasia non comune.

Ammetto di essere particolarmente esigente quando si tratta di romanzi di questo genere, forse perché non li sento proprio affini al mio gusto.
Per questo forse tendo ad essere così  ipercritica quando li leggo, ma è pur vero che la soddisfazione è maggiore quando trovo un romanzo ben scritto e avvincente come questo.

Indubbiamente iniziare la lettura dal secondo capitolo della trilogia è stata una mossa un po’ azzardata da parte mia e senza dubbio ho fatto un po’ più di fatica ad entrare nel vivo della storia, però nonostante ciò il romanzo è riuscito a coinvolgermi pienamente e questo è indubbiamente dovuto alla bravura dell’autore.

Glenn Cooper del resto è autore affermato con diversi libri al suo attivo, tra cui la famosissima ed apprezzata trilogia de “La biblioteca dei morti”.

Il mio consiglio per chi vuole affrontare la lettura è comunque di partire dal primo volume, per quanto mi riguarda invece non mi resta che attendere con ansia il capitolo conclusivo, e chissà che tra un libro e l’altro io non riesca a trovare anche il tempo per recuperare il mio “libro perduto”.





domenica 31 agosto 2014

“Da quando sei scomparsa” di Paula Daly

DA QUANDO SEI SCOMPARSA
di Paula Daly
LONGANESI

Lisa è una donna che lavora, ha tre figli, un marito, tre cani ed un numero imprecisato di gatti. Il suo matrimonio con Joe Kallisto è un’unione felice, qualche incomprensione ogni tanto, ma nell’insieme nulla che non possa essere sistemato con amore e tanta buona volontà.
Vive a Troutbeck, un paese sulla sponda orientale del lago Windermere, situato nel famoso Lake District, nella contea della Cumbria.
Il posto è per lo più un luogo di villeggiatura dove il costo delle case è molto elevato, ma Lisa e Joe non si sono mai pentiti della scelta di vita fatta, anche se ciò comporta che entrambi debbano lavorare per riuscire a vivere dignitosamente.
Come ogni donna iperattiva, Lisa è stressata per la mole di lavoro che ogni giorno è costretta ad affrontare: la scuola e i problemi dei figli si sovrappongono al suo lavoro come direttrice di un ricovero per cani e gatti abbandonati, lavoro che la impegna moltissimo, ma che è per lei anche fonte di grandi soddisfazioni.
Lisa ama i cani e i gatti affidati alle sue cure e tutti i giorni combatte affinché questi possano trovare una nuova casa e una nuova famiglia.

Ci sono giorni in cui però Lisa invidia un po’ le donne che non sono costrette a lavorare per far quadrare il bilancio familiare, donne come la sua amica Kate.
Kate Riverty ha due figli, la più grande Lucinda ha l’età di Sally, la figlia maggiore di Lisa, ed il minore Fergus ha l’età di Sam, il più piccolo dei fratelli Kallisto.
I Riverty possiedono diversi cottage che vengono affittati per le vacanze ai turisti e Guy Riverty si occupa della loro gestione.
Grazie a questa redditizia attività, Kate Riverty può permettersi di rimanere a casa con i figli, essere presente a tutte le feste di beneficienza organizzate dalla scuola, dialogare giornalmente con gli insegnanti e cucinare del cibo vero senza essere costretta, come Lisa, a comprare qualcosa di preconfezionato per mancanza di tempo.
Al contrario dell'amica che, sempre di corsa, si ritrova troppo spesso a commettere errori e a dimenticare le cose, Kate Riverty è la donna di casa perfetta, efficiente e sempre presente.

Un giorno Lisa Kallisto compie un errore imperdonabile.
Lucinda, la figlia di Kate, dovrebbe fermarsi a dormire a casa Kallisto per fare una ricerca per la scuola con Sally, ma per un disguido Lisa lo dimentica e quando il mattino dopo comprende quello che è successo è ormai troppo tardi.
Lucinda è scomparsa; dopo la scuola, il giorno prima non è tornata a casa.
Lisa Kallisto, la madre incapace e disorganizzata, si è persa la figlia di Kate Riverty, la madre più efficiente del mondo.
Solo qualche giorno prima una ragazza di tredici anni era stata rapita da uno sconosciuto che, dopo averla drogata e violentata, l'aveva rilasciata il giorno seguente in stato di shock. 
Lucinda è una ragazzina immatura per la sua età che non dimostra assolutamente i suoi tredici anni, una ragazzina di ottima famiglia che non è neppure immaginabile possa essere scappata di casa volontariamente.
Si teme quindi il peggio ovvero che il maniaco abbia colpito di nuovo.

“Da quando sei scomparsa” è un thriller emozionante e ricco di colpi di scena; un libro dal ritmo serrato, incalzante e avvincente.

Nulla è come sembra, tutti hanno qualche scheletro nell’armadio, ma non tutti questi scheletri hanno però attinenza con la soluzione del caso o almeno non ce l’hanno solo apparentemente.
E’ proprio questo ciò che rende questo libro emozionante e coinvolgente, il fatto che il lettore venga continuamente spiazzato, ogni volta che crede di essere vicino alla soluzione del caso, ecco che ogni sua impressione viene ribaltata da qualche nuovo elemento.

Non esistono famiglie ideali e la facciata che noi vediamo spesso e volentieri nasconde qualcosa che noi non sospetteremmo mai: un tradimento, un disturbo della personalità…

Perfetta è la descrizione dei personaggi; ognuno di loro trova una collocazione assolutamente calzante all’interno della trama e sono tutti così convincenti, chi col suo cinismo chi con la sua semplicità chi con le proprie debolezze, da rendere la storia credibile e reale.
                                                                                                
Lisa Kallisto, nonostante tutti gli sforzi per far quadrare ogni cosa, è continuamente afflitta dai sensi di colpa e di inferiorità ed è quindi inevitabile provare simpatia ed affetto per lei nel momento in cui viene accusata da tutti e colpevolizzata per il rapimento di Lucinda.
Così come è inevitabile provare un istinto omicida nei confronti di una donna fredda, acida e superba come Alexa, la sorella di Kate.

Il romanzo pone però anche due importanti interrogativi: fino a dove sia lecito spingersi pur di tenere unita la famiglia e a quali eccessi vengano spinte le donne di oggi per sostenere contemporaneamente il peso della famiglia e della carriera.

E’ soprattutto il secondo interrogativo che ha ispirato all’autrice la trama del romanzo. 
Paula Daly è rimasta particolarmente impressionata da un fatto di cronaca in cui una madre aveva dimenticato la figlia in auto e la bimba non era sopravvissuta.
Questo purtroppo non è un caso isolato, queste vicende si ripetono ormai troppo spesso.
La domanda è: ci si può davvero dimenticare di un figlio?
Non ho figli e sinceramente non so, nel caso fossi madre, se la mia opinione sull’argomento sarebbe diversa.
Mi chiedo però, se davvero è possibile arrivare a livelli di stress quotidiano così devastanti da rendere possibile fatti di cronaca di questo tipo, non sarebbe forse il caso di fermarsi un attimo e chiedersi se davvero una carriera  può valere il prezzo di una vita?
Non dimentichiamo, infatti, che casi di questo tipo si sono verificati anche a causa di padri, non solo di madri, che hanno dimenticato il figlio in auto.
Non dico che sia corretto che una donna debba rinunciare per forza alla propria carriera, credo però che sia giusto che una persona debba interrogarsi su quali siano le proprie priorità nella vita.
Non è questione di maschilismo o femminismo, credo sia solo una questione di buon senso.
Non credo assolutamente sia una scelta facile e tantomeno credo ci sia una regola che posa valere per tutti, non è mai giusto generalizzare, ognuno dovrebbe agire nel modo più corretto secondo la propria coscienza.
Permettetemi però di analizzare nello specifico il caso di Lisa Kallisto; con tutta la simpatia che il suo personaggio ha suscitato in me, come già precedentemete detto, sapendo di non avere tanti mezzi finanziari sufficienti e di dover lavorare tutto il giorno per far quadrare il bilancio familiare, non sarebbe stato più logico avere un solo figlio invece di tre?

Mi piacerebbe parlarvi a lungo di questo romanzo e commentare ogni particolare, ma non posso farlo per non rovinarvi il piacere della lettura; questo libro merita davvero di essere gustato pagina per pagina e vi assicuro che, una volta iniziato, lo divorerete.

Un unico consiglio: non commettete il mio stesso errore, ho iniziato a leggerlo durante una pausa pranzo ed è stato un tormento doverlo abbandonare per riprendere il lavoro!
Per cui mi raccomando, per la vostra pace interiore, cercate di iniziate la lettura solo quando siete davvero sicuri di avere qualche ora libera davanti a voi da dedicargli…





giovedì 21 agosto 2014

“Inferno” di Dan Brown

INFERNO
di Dan Brown
MONDADORI
Protagonista del romanzo è nuovamente il celebre personaggio nato dalla penna di Dan Brown, Robert Langdon, l’affascinante professore di storia dell’arte ed esperto di simbologia.

Il titolo “Inferno” è un chiaro richiamo alla prima cantica della Divina Commedia ed proprio a Dante e alla forte simbologia presente nella sua opera più famosa che si ispira la vicenda del romanzo.

Robert Langdon si risveglia in un letto di ospedale a Firenze dopo essere stato ferito alla testa da un colpo di pistola.
Il trauma cranico ha compromesso la sua memoria a breve termine; il professore non ricorda praticamente più nulla di quanto accaduto nelle ultime ore prima dell’incidente e tanto meno ha idea del perchè si trovi nel capoluogo toscano.

Langdon è continuamente ossessionato dall’immagine di una bellissima donna, non più giovane e dai capelli argentei, che lo richiama dall’altra sponda di un fiume le cui acque sono rosso sangue.
La donna, ai cui piedi si trovano cadaveri e corpi in agonia, in una specie di visione dell’inferno dantesco, ripete solo due parole: cerca trova.

La dottoressa Sienna Brooks mentre esamina il quadro clinico di Robert porgendogli domande e sollecitandolo a ricordare qualcosa, lo informa che al suo arrivo in ospedale ripeteva continuamente “very sorry” come se volesse scusarsi di qualcosa con qualcuno.

Ben presto chi ha sparato a Robert riesce a rintracciarlo, entra nella sua stanza e fredda con un colpo da arma da fuoco il dottor Marconi, il medico con cui Sienna stava collaborando.
La dottoressa Brooks, dopo un primo momento di smarrimento, afferra il paziente per un braccio e lo conduce immediatamente fuori dall’ospedale.
I due riescono a sfuggire all’inseguimento del killer e a giungere a casa di lei.
Sienna, ormai coinvolta nella misteriosa vicenda, si vede costretta suo malgrado a fornire tutto l’aiuto necessario a Langdon perché questi possa ricostruire cosa sia realmente accaduto negli ultimi giorni e capire per quale motivo qualcuno lo voglia morto…

“Inferno” è uscito in libreria da più di un anno e i pareri su questo romanzo sono piuttosto discordi.
Qualcuno è rimasto affascinato e qualcuno invece lo ha definito semplicemente un romanzo come tanti altri.
Se lo paragoniamo a “Il codice Da Vinci” credo che rimarremmo ovviamente tutti delusi dalla lettura, non solo perché il più celebre romanzo di Dan Brown sia realmente più coinvolgente, ma perché alla sua uscita “Il codice Da Vinci” era davvero qualcosa di nuovo e come tale era stato in grado di affascinare milioni di lettori.

Ho letto tutti i libri di questo autore e, ad essere sincera, nonostante il mio iniziale scetticismo, “Inferno” mi è piaciuto molto di più di altri suoi romanzi.

Indubbiamente il mio interesse è stato fortemente sollecitato dai richiami a Dante, alla simbologia della Divina Commedia, dai dipinti presi in esame senza dimenticare la splendida ambientazione del racconto che passa da Firenze a Venezia per giungere fino ad Istanbul nelle sue pagine conclusive: Palazzo Pitti, il corridoio vasariano, il Duomo di Firenze e il Battistero, Piazza San Marco e il Duomo, il racconto della Venezia dei Dogi e infine Santa Sophia ad Instanbul.

Ho trovato particolarmente interessante anche la costruzione della storia incentrata sulla corsa contro il tempo per sventare la minaccia di un nuovo virus in grado decimare la popolazione mondiale; affascinante il confronto tra la peste dei secoli passati e qualcosa di estremamente letale creato in vitro dall’uomo.

“Inferno” è un giusto mix di storia dell’arte, adrenalina e temi di attualità come l’etica a cui dovrebbe attenersi la ricerca scientifica o il problema della crescita senza controllo della popolazione mondiale contrapposto al costate impoverimento delle risorse perché questa sia in grado di sopravvivere.

Confesso che  ho trovato le prime pagine del romanzo terribilmente noiose e che è stato davvero faticoso superarle, ma una volta entrata nella dinamica del racconto sono stata letteralmente catturata dalla velocità e dall’intelligenza con cui questo è stato orchestrato e dagli immancabili colpi di scena finali.

Dan Brown ha dimostrato ancora una volta di essere il migliore nel saper condurre il lettore all’interno della narrazione, di essere in grado di coinvolgerlo nell’indagine e nella ricostruzione dei vari elementi attraverso i quali giungere alla soluzione del caso.



domenica 20 luglio 2014

“Abyss” di Simone Regazzoni

ABYSS
di Simone Regazzoni
LONGANESI

Il professore Michael Price ha 39 e insegna filosofia alla UCLA, l’università della California. Ha recentemente scritto un libro intitolato “Le dottrine segrete di Platone”, saggio che gli ha scatenato contro l’intera comunità accademica filosofica che ha bollato le sue teorie come pura fantascienza.

Michel Price però ignora ancora la reale portata dei suoi studi fino al giorno in cui viene improvvisamente convocato al quartier generale della NSA (National Security Agency) dalla dottoressa Olivia Kaplan, capo del dipartimento ricerche avanzate per la sicurezza.
Il giovane professor Price è incaricato di tradurre e comprendere il mistero dei papiri di cui la NSA è venuta in possesso, i misteriosi “Agrapha Dogmata”.

Gli “Agrapha Dogmata” conosciuti anche come “le dottrine segrete di Platone” in verità non appartengono a Platone ma sono una trascrizione in greco di un antico testo sacro in lingua egizia nel quale si tramandava un sapere arcaico risalente ad un popolo misterioso, “I Grandi Antichi”.
Platone durante il suo soggiorno a Eliopoli ne sarebbe venuto a conoscenza e ne avrebbe quindi tradotto il testo in lingua greca.

Ben presto il professor Price viene coinvolto in un intrigo internazionale, qualcuno cerca infatti di incastrarlo facendolo passare per un terrorista.

La NSA è a conoscenza dell’esistenza di un gruppo terroristico neonazista chiamato QR (Quarto Reich) che si ispira alle dottrine platoniche, ma non sa ancora quanto pericoloso possa essere non comprendendone le vere intenzioni.

Gli unici che conoscono l’entità della gravità della situazione sono “i Guardiani” ovvero una ristretta cerchia di militari e agenti dei servizi segreti che dal 1947, anno della loro istituzione, vigilano costantemente sulla sicurezza mondiale.

Michael Price deve riuscire non solo a dimostrare la propria innocenza, ma anche a salvare letteralmente il mondo dalla distruzione totale.

In questa corsa contro il tempo il professor Price non sarà solo, ad accorrere in suo aiuto ci sarà infatti Eddie, suo caro amico, che grazie alla “famiglia di hacker” di cui fa parte, i cosiddetti Goodfellas, non solo gli fornirà il supporto informatico, ma gli procurerà anche un validissimo aiuto sul campo presentandogli Beatrix, Trix per gli amici.

Trix, una vera macchina da combattimento, super addestrata, esperta conoscitrice di ogni genere di armi, era stata cacciata anni addietro dai Navy Seal con disonore per aver mancato gravemente di rispetto ad un superiore.
La sua capacità organizzativa e le sue conoscenze militari saranno elementi decisivi per la riuscita dell’impresa che attende Michael Price.

“Abyss” presenta tutti gli elementi tipici di un libro d’azione, mi verrebbe quasi da dire tipici di un action movie pur trattandosi di una storia su carta stampata.
Il romanzo di Regazzoni non richiama alla mente del lettore solo la letteratura di autori quali Dan Brown, Clive Cussler solo per citarne alcuni, ma risulta evidente che l’autore è anche un buon conoscitore del cinema americano.
Richiami che non sono solo fatti direttamente citando titoli di film come ad esempio “Nemico pubblico”, ma anche intere battute. 
Tra le tante posso ricordare ad esempio la celebre frase tratta da" Il Gladiatore":
 - al mio segnale scatenate l’inferno -

Gli stessi protagonisti del libro di Regazzoni sembrano essere un omaggio ai personaggi cinematografici.
Se è vero che il professor Price ricorda il famoso professor Robert Langdon nato dalla penna di Dan Brown, è altrettanto vero che in lui possiamo riconoscere un moderno Indiana Jones.
E’ inoltre impossibile non avvicinare il personaggio di Trix a Trinity di Matrix o ancora di più a Beatrix Kiddo di Kill Bill.

La trama del romanzo è affascinante e si sviluppa attraverso un susseguirsi di eventi e colpi di scena carichi di suspense, per non parlare poi dei dettagliatissimi e adrenalinici inseguimenti in auto che ricordano le mitiche scene di sorpassi, carambole e scontri tipici della serie Fast and Furious.

“Abyss” è un romanzo fanta-filosofico che, permettetemi l’espressione, schiaccia un occhio anche alla fanta-archeologia.
Regazzoni è stato bravo ad argomentare le sue teorie e a rendere il tutto molto credibile, riportando spesso stralci di brani di autori e ricercatori di epoche passate.

E’ un romanzo che richiede un certo impegno nella lettura; i tantissimi personaggi, i continui flashback, i diversi luoghi in cui si svolgono gli avvenimenti così come la continua variazione temporale nel racconto degli eventi costringono il lettore a mantenere sempre altissima la propria attenzione.

Forse non sono la persona più indicata per esprimere un giudizio su un libro di questo genere in quanto non è solitamente la mia lettura preferita.
E’ pur vero però che credo fermamente che sia giusto ogni tanto allargare lo spettro delle proprie letture per non fossilizzarsi sempre sullo stesso genere e sulla stessa tipologia di autori.

“Abyss” si è rivelato un romanzo ben riuscito, un libro che gli amanti del genere sapranno sicuramente apprezzare e che non deluderà chiunque volesse avventurarsi nella lettura di un genere diverso dal proprio.

Il libro di Regazzoni non ha veramente nulla da invidiare ai volumi scritti dai suoi più famosi colleghi statunitensi così bravi nello scrivere thriller e romanzi d’avventura.