|
E LE STELLE NON STANNO A
GUARDARE
di Loredana
Limone
SALANI
|
Borgo Propizio esercitava una malia
arcana, che forse si sprigionava dall’aria resa trasparente dalla brezza di
pendio, o che sgattaiolava dal grigio delle pietre immortali delle case, dalle
ambagi delle viuzze senza tempo. O addirittura dai fugaci movimenti delle
tendine di pizzo bianco, inamidate, dietro cui occhi attenti scrutavano fuori,
menti scaltre congetturavano sui perché e i percome, parole appassionate
rimbalzavano di bocca in bocca con i necessari ricami, così che ogni fatto,
ogni avvenimento, divenisse uno sceneggiato o una spy story.
Borgo Propizio è un piccolo paese
medievale che sorge su una collina,
un luogo quasi fuori dal tempo, un piccolo centro appena tornato alla vita dopo
un lungo periodo di decadenza.
L’antico paese all’interno delle mura è
stato da poco restaurato mentre alle pendici della collina è stata invece
costruita la parte moderna dell’abitato
seguendo i dettami della ecosostenibilità e costruendo perciò solo case ecologiche
nel totale rispetto della natura e del passato.
L’amore
dei borghigiani per la loro terra e l’avvedutezza del sindaco, tale Felice
Rondinella, sono riusciti così a riportare l’antico borgo ai fasti di un tempo.
Proprio
nell’ottica di renderlo un luogo sempre più vivibile, oltre al celebre museo medievale localizzato nel
Castelluccio che attira moltissimi turisti da ogni dove, presto verrà aperta
anche una biblioteca.
La
storia del romanzo prende avvio proprio dai preparativi in corso per
l’inaugurazione di quest’ultima. L’assessore alla cultura ha stabilito,
infatti, che per celebrare degnamente l’avvenimento, la cerimonia del taglio
del nastro dovrà essere inserita all’interno di altri eventi culturali, un
festival al quale parteciperanno diversi scrittori tra cui il più famoso di
tutti, Rocco Rubino, un acclamato e
affascinante autore di gialli.
Il titolo della manifestazione non potrebbe
essere più indovinato: “Festival sotto le stelle propizie”.
I personaggi del romanzo sono
tantissimi ed è quasi impossibile citarli tutti.
C’è
Belinda, una giovane un po’ acidella,
che ha deciso di ritornare al paese e aprire qui una bellissima e fiabesca latteria “Fatti mandare dalla mamma” con
zia Letizia, grande appassionata del
G.M. o Gran Musicante che altri non è che il famoso Gianni Morandi.
La
latteria è un luogo splendido, un angolo di paradiso bianco e blu con le
piastrelle decorate da mucche e cornicette, dove nuvole bianche si stagliano su
uno sfondo celeste. Un luogo accogliente che funge anche da ritrovo culturale
per gli abitanti del borgo.
Ci
sono poi le due sorelle Mariolina e
Marietta.
Mariolina è sposata con Ruggero, di dieci anni più giovane, gran lavoratore e
innamoratissimo della moglie. Per la disperazione della consorte però, che fa
della cultura un suo punto di forza, lui non azzecca mai un congiuntivo!
Mariolina è perennemente insoddisfatta, sempre alla ricerca di qualcosa che non sa
neppure lei cosa sia.
Marietta,
invece, nonostante sembri ad una prima lettura un po’ la classica zitella scorbutica,
alla fine non può non suscitare la simpatia del lettore.
Il
suo essere acida è solo apparenza perché in realtà a 47 anni sogna ancora di
trovare il grande amore. Anche lei come Ruggero è una lavoratrice instancabile ed
ha da poco rilevato la metà di uno storico negozio di Borgo Propizio ovvero “Fili Fatati dal 1888”.
Ma
attorno a loro ruotano tanti altri personaggi il sindaco Felice Rondinella, l’assessore
alla cultura Tranquillo Conforti, Ornella,
ritornata al paese dopo un matrimonio fallito con un celebre chirurgo, che ora
vive con la madre e lavora come organizzatrice di eventi culturali per il
comune.
Un
giorno poi giunge in paese Antonia,
ex moglie di un collega dell’ex marito di Ornella, e da qui i pettegolezzi
sulla forestiera dai boccoli ramati si scatenano senza sosta come in ogni
paesino che si rispetti… Ma cosa nasconde Antonia?
I
personaggi sono davvero numerosissimi: alcuni di essi erano già stati presentati dall’autrice nel primo libro “Borgo Propizio” altri invece sono delle vere e proprie new
entry.
“E
le stelle non stanno a guardare”, il
cui titolo schiaccia chiaramente l’occhio al celebre romanzo di A.J. Cronin (E
le stelle stanno a guardare) e con il quale non ha però nulla in comune, è il
secondo volume di quella che inizialmente doveva essere una trilogia.
Dico
“doveva” essere perché mi sembra di aver capito che Loredana Limone abbia già
iniziato a buttare giù qualche idea per una possibile quarta puntata della
storia del borgo.
Il primo volume intitolato “Borgo
Propizio” uscito per Guanda e poi in
edizione economica per Tea, raccontava la storia del borgo quando ancora
fatiscente lottava per la propria sopravvivenza e per quella dei suoi abitanti
ormai ridotti a poche unità.
Il
secondo volume “E le stesse non stanno a guardare” è invece edito da
Salani e a breve vedrà la stampa il
terzo capitolo dal titolo “Un terremoto a Borgo Propizio”.
Niente
paura però, le storie di Borgo Propizio sono storie godibilissime anche se lette
singolarmente. Personalmente non ho letto il primo volume, e a parte la curiosità
ormai scatenata dai personaggi, non ho trovato alcuna difficoltà ad addentrarmi
nelle vie del borgo anche non conoscendo l’antefatto della storia.
Che
dire di questo romanzo? È un libro che incatena il lettore non con la suspense
o con l’ansia, ma con la sua leggerezza,
con la simpatia che suscitano i protagonisti, insomma un libro rilassante e che
fa sorridere.
I personaggi della storia sono veri
perché calati nella vita reale anche
se magari alcuni aspetti caratteriali sono po’ esasperati, ma è giusto che sia così
perché il tutto fa parte del fascino fantastico della storia.
La
realtà della vita di tutti i giorni la ritroviamo ad esempio nella smodata
passione che zia Letizia nutre per Gianni Morandi o nel desiderio di Marietta
di partecipare ad una trasmissione in tv come “Incontro in giardino” che non
può non richiamare alla mente del lettore la celebre trasmissione “Uomini e
Donne”. E poi chi non è stata mai sedotta ed abbandonata dal Rocco Rubino di
turno?
Borgo Propizio è il rifugio che ognuno
di noi vorrebbe trovare, un luogo ai confini della realtà nel quale rifugiarsi,
lontano dallo stress, dai ritmi frenetici, dalla corsa contro il tempo che
ognuno di noi è costretto ad affrontare ogni giorno.
Chi
non vorrebbe trovare un luogo come la latteria di Belinda dove potersi nascondere
per bere una latte caldo, per magiare un gelato latteciocco o frago-latte
oppure solo per poter spettegolare un po’ tra amiche?
“E
le stelle non stanno a guardare” è un ottimo antidoto contro lo stress,
una lettura da concedersi quando ci si vuole coccolare un po’ e magari provare
a sorridere del pazzo mondo che ci circonda.