Charles Dickens (1812 – 1870) scrisse soltanto due romanzi
storici “Barnaby Rudge” (1841) e “A Tale of Two Cities” pubblicato a puntate
nel 1859.
Ambientato tra Parigi e Londra nel burrascoso periodo che va dagli anni immediatamente precedenti alla rivoluzione
francese ed il regno del Terrore, “Una storia tra due città” narra le vicende
private di un gruppo di persone attraverso un susseguirsi di colpi di scena.
Sebbene l’ambientazione differisca notevolmente
dall’Inghilterra vittoriana tipica dei romanzi di Dickens, questo romanzo
contiene tutti i temi classici dell’opera dickensiana: la povertà, la nobiltà d'animo, il riscatto e il sacrificio.
L’incipit del romanzo chiarisce immediatamente il collegamento
tra il passato che sta per essere raccontato ed il presente che viene vissuto:
Erano i giorni
migliori, erano i giorni peggiori, era un’epoca di saggezza, era un’epoca di
follia, era tempo di fede, era tempo di incredulità, era una stagione di luce,
era una stagione buia, era la primavera della speranza, era l’inverno della
disperazione, ogni futuro era di fronte a noi, e futuro non avevamo, diretti
verso il paradiso, eravamo incamminati nella direzione opposta. A farla breve,
era quello un tempo così simile al nostro che alcune fra le voci più autorevoli,
quelle che più strillavano, insistevano a giudicarlo, nel bene e nel male,
solamente per superlativi.
Dickens lancia attraverso il tempo passato, un monito al
tempo presente in cui è ancora viva la minaccia della ripetizione dell’antico.
Si deve, infatti, tener conto che nel 1859 (anno di pubblicazione del romanzo) è
ancora ben vivo il ricordo dei tumulti e delle agitazioni dovute
all’approvazione della Corn Law e quello dei moti rivoluzionari a seguito del
movimento cartista, che con la sua richiesta di una radicale riforma
elettorale, rievocava i fantasmi del Terrore francese.
Per Dickens la rivoluzione è una malattia, è febbre e
delirio di autodistruzione il cui contagio si propaga a velocità spaventosa.
La società è continuamente minacciata a causa degli
squilibri della distribuzione della ricchezza e la folla sottoposta a continui
soprusi diventa facilmente crudele e incontrollabile:
a quel tempo la folla
era un mostro molto temuto e che non si fermava davanti a nulla
Tra le molteplici vicende umane che si intrecciano in queste
pagine spiccano quelle di Lucie Manette, donna virtuosa, che ispira amore e
lealtà negli altri personaggi e quelle di suo padre, un medico ingiustamente
incarcerato.
Il romanzo è soprattutto la storia del Dottor Alexandre Manette: la storia inizia, infatti, con il suo rilascio dalla Bastiglia e alla
fine sarà proprio la lettura della sua lettera che, per un destino beffardo,
decreterà la condanna a morte del genero Darnay, obbligando così Sydney Carton
a sacrificare la propria vita.
Alexandre Manette, dottore di belle speranze in gioventù, è
uno dei personaggi più complessi del racconto: da prigioniero che medita
vendetta - attraverso un difficile percorso che alterna follia e lotta contro i
propri fantasmi – riesce alla fine, per amore della figlia e della nipote, a
mettere da parte l’odio e la rabbia e diventare egli stesso simbolo di perdono.
La tematica del “dualismo” si avverte in diversi personaggi:
Lucie filo d’oro della vità di
famiglia è contrapposta a Madame Defarge che lavora a maglia il filo dell’odio.
Lucie, avrebbe le stesse ragioni di rancore di Madame Defarge, la cui famiglia
è stata sterminata dall’arroganza e dalla prepotenza aristocratica, ma Lucie
incarna la quintessenza dell’ideale femminile piccolo-borgese (dolcezza, amore
e compassione). Madame Defarge, sanguinaria e vendicativa, è l’incarnazione di
una femminilità sfigurata, è l’incarnazione della rivoluzione stessa e della
perversione.
Il marito di Lucie, Charles Darnay (giustizia e senso del
dovere), aristocratico francese espatriato in Inghilterra, indiscriminatamente
accusato durante il Terrore, è il doppio di Sydney Carton, personaggio dalla
vita dissoluta e dedito all’alcol. Carton riscatterà la sua apatica esistenza
sacrificando la sua vita per amore di Lucie e della sua famiglia, diventando così
un “eroe”.
Tema ricorrente è dunque anche quello della rinascita, della
resurrezione: il Dottor Manette, Sydeny Carton e Darnay/Evrémonde sono tutti personaggi
che sono stati “richiamati alla vita” anche se in modi diversi.
Lo stesso Jerry Cruncher, figura minore nell’economia del
racconto, diviene forte simbolo di redenzione quando, pentendosi, rinuncerà al furto
di cadaveri al quale era dedito riconciliandosi con la religione.
Considerato da Dickens stesso uno dei suoi romanzi più riusciti,
“A Tale of Two Cities” è un testo che appassiona fin dalla prima
pagina per il suo mescolare verità storica e finzione.
Bibliografia
Dickens Charles, Una storia tra due città, Ed. Mondadori
(2012 Cles -TN)
Mario Domenichelli, Introduzione in Dickens Charles, Una
storia tra due città, Ed. Mondadori (2012 Cles -TN)