IL VECCHIO BARONE
INGLESE
di Clara Reeve
SuperBEAT
|
Ambientato nell’Inghilterra di Enrico VI (1421 – 1471), Il vecchio barone inglese (titolo originale dell’opera The champion of virtue, a gothic story,
intitolato solo nella seconda versione The
Old English Baron), è il libro più famoso di Clara Reeve.
Scritto nel 1777 è oggi considerato
un classico della letteratura gotica.
Sir Philip Harclay, dopo una
lunga assenza dall’Inghilterra, rientra in patria e al suo ritorno deve
purtroppo fare i conti con diversi cambiamenti.
Decide di intraprendere un viaggio per scoprire cosa sia accaduto al suo
vecchio amico Lord Lovel dal quale da anni non riceve più notizie.
Giunto al castello dei Lovel apprende la triste notizia che l’amico e la
moglie, in attesa del loro primo figlio, sono deceduti anni prima.
Titolo e proprietà di Lord Lovel
sono passati a un cugino che, dopo aver vissuto qualche tempo al castello, ha
venduto la proprietà al cognato, il barone Fitz-Owen
Al castello il barone vive ora con i suoi tre figli e due suoi nipoti.
Sir Philip Harclay ricevuto con ogni rigurado dal barone Fitz-Owen, fa la conoscenza di un interessante giovane, Edmund Twyford, che questi ha preso a
vivere stabilmente in casa.
Edmund, nonostante le sue umili origini, egli è infatti figlio di un
contadino, si contraddistingue per la
sua intelligenza oltre ad essere un ragazzo brillante e imbattibile nel tiro
con l’arco.
All’inizio è ben voluto da tutti, ma con il passare degli anni Edmund cade in disgrazia a causa dell’invidia
dei parenti del barone.
Il barone però quando si rende conto che l’astio nei confronti del ragazzo è
totalmente ingiustificato, propone che
Edmund trascorra tre notti in un’ala abbandonata del castello che si dice sia
infestata dai fantasmi prima di lasciare la casa e cercare la sua fortuna
altrove.
Proprio in queste stanze però Edmund apprenderà molte cose sul suo passato e
sulle sue origini, riportando alla luce
un segreto che è ormai tempo che venga svelato.
Vorrei spendere pochissime parole per inquadrare
brevemente l’epoca in cui fu scritto il romanzo.
Nel 1765 fu pubblicato il libro che creò il genere gotico ovvero Il
castello di Otranto (The castle of Otranto) di Horace Walpole (1717-1797).
Molti furono gli imitatori del genere e tra questi appunto ritroviamo la
nostra Clara Reeve la quale, a differenza di Walpole, cercò nonostante
l’elemento fantastico di rendere la storia più verosimile possibile e lo
vediamo ad esempio nel tentativo di dare delle precise coordinate storiche alla
vicenda.
Il vecchio barone inglese ebbe tra
l’altro una notevole influenza anche sulla stesura di Frankenstein di Mary Shelley
(1797 - 1851).
L’autrice di maggior successo nel genere gotico sarà poi Anne Radcliffle (1764-1823) di cui possiamo ricordare il libro di maggior successo I
misteri di Udolpho (The mysteries
of Udolpho).
Il personaggio di Edmund Twyford, l’eroe del romanzo, incarna tutti gli
ideali della cavalleria cortese: egli possiede senso dell’onore, è un prode, un coraggioso; seguace dei dettami dell’amor cortese tratta con profondo rispetto e deferenza la donna da lui amata, Emma la figlia del barone Fitz-Owen.
La storia del romanzo risulta piuttosto elementare e scontata; i
sentimentalismi sono spesso esagerati, il sentimento di pietas poi che caratterizza alcuni personaggi può risultare a volte
esasperante agli occhi di un lettore moderno, così come il confidare ciecamente
nella Provvidenza con la P maiuscola dei protagonisti può apparire troppo stucchevole.
La verità è
che bisogna amare il genere e l’epoca in cui fu scritto il romanzo per apprezzarne davvero lo spirito.
Il libro, tra l’altro molto breve sono appena 150 pagine, racchiude in sé tutti gli elementi del
romanzo gotico: un castello buio e spaventoso, atmosfera cupa, il malvagio
usurpatore, il giovane eroe ignaro delle sue nobili origini, stanze infestate
dai fantasmi.
Per gli appassionati del romanzo gotico è un classico da non perdere che spingerà inevitabilmente il lettore ad andare a scovare altri testi di autori dimenticati dell’epoca.