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martedì 16 aprile 2019

“Impariamo ad amare” di Marina Panatero e Tea Pecunia


IMPARIAMO AD AMARE
di Marina Panatero e Tea Pecunia
CAIRO EDITORE
L’amor che move il sole e l’altre stelle con questo splendido verso Dante terminava la sua Divina Commedia.

Ma cose è l’amore? Tutti ne abbiamo più o meno un’idea ed è proprio in base a quella nostra idea che noi misuriamo l’autenticità o meno dei nostri affetti e dei sentimenti degli altri nei nostri confronti.
Purtroppo però tutto questo non basta, tanto che spesso, troppo spesso, ci ritroviamo a dover fare i conti con le delusioni e i fallimenti per le nostre aspettative disattese o, ancora peggio, ci ritroviamo ad interrogarci su quali siano le cause e gli errori da noi commessi.

Marina Panatero e Tea Pecunia con il loro libro hanno deciso di offrire a tutti noi una “bacchetta magica” per imparare ad amare nel modo corretto, svelandoci il segreto per vivere relazioni sane e felici.

La ”bacchetta magica” però per funzionare deve essere usata e allora, se vogliamo davvero avere dei risultati, dobbiamo iniziare subito, senza perdere tempo, a mettere in atto i loro preziosi consigli.

Per chi tra voi si starà chiedendo in cosa consista questo possente antidoto contro le emozioni negative, la paura, il rancore e l’insicurezza, glielo svelo subito: è la meditazione.

Ebbene sì, perché secondo le autrici di questo libro, e chi di voi ha già letto alcuni miei precedenti post ed in particolare quello dedicato ad un altro interessante volume di Marina e Tea intitolato “Lascia andare!”; ebbene dicevo, chi di voi li ha già letti, sa che Marina e Tea ritengono che la meditazione sia un vero toccasana per la mente e per il corpo, perché la meditazione permette di trovare un proprio equilibrio interiore fondamentale per ritrovare se stessi.

Ritrovare se stessi, capire davvero quali sono i nostri desideri, spogliarsi definitivamente degli strati di stracci, come li chiamano Marina e Tea, che ci si sono incollati addosso nel corso degli anni è fondamentale per la nostra rinascita emotiva.

Ma cosa sarebbero questi stracci? Sono tutte quelle aspettative, quelle richieste, quelle imposizioni che spesso subiamo passivamente pensando sia necessario per essere accettati dal prossimo, sono tutte quelle maschere che indossiamo, una diversa per ogni occasione, che con il passare del tempo neppure noi riusciamo più a riconoscere.

Il libro si divide sostanzialmente in due parti: una prima parte intitolata “Tu e te stesso” ed una seconda parte dal titolo “Tu e gli altri”.

Nella prima parte tutte le meditazioni suggerite sono finalizzate ad aiutarci a riscoprire il nostro vero io, ad imparare a smettere di autosabotarci e a ritornare ad amarci per come siamo davvero con la nostra splendida unicità.

Amare noi stessi, essere un po’ più egoisti non significa necessariamente ferire il prossimo, ma smettere di annullarsi e svendersi per compiacerlo, questo sì.
L’amore non è annullamento di se stessi perché quell’attenzione che si ricevere quando ci si annulla non è vero amore.   

Perché l’amore non è dipendenza: qualunque cosa distrugga la nostra libertà non è amore.

Nella seconda parte del libro invece le meditazione così come i suggerimenti sono atti a cercare di fare sì che le relazioni con il prossimo, che sia questo un partner, un familiare o un amico, possano essere relazioni soddisfacenti, sane e felici.

Tutti sono convinti di conoscere l’altra persona, ma la verità è che nessuno conosce davvero nessuno.
L’unica cosa che davvero conosciamo sono i punti deboli dell’altro e ognuno di noi è abile, chi più chi meno, a sfruttare queste conoscenze per ferire il prossimo nei momenti di crisi o semplicemente per ottenere dall’altro quello che desideriamo da lui.

Spesso tendiamo a pretendere dagli altri qualcosa che questi non possono darci e ciò non è perché essi siano necessariamente persone egoiste o cattive, ma semplicemente perché il loro background emotivo e di crescita è diverso dal nostro.
Il dialogo è l’unico strumento che noi abbiamo per conoscere il prossimo e farci conoscere, ma dobbiamo fare attenzione a come si usano le parole, il modo di porsi nei confronti dell’altro è fondamentale.

Oltre ad interessanti suggerimenti su come confrontarsi con il partner, Marina e Tea danno utili spunti anche su come rapportarsi con i propri figli siano questi ancora piccoli o già adolescenti.
Non bisogna mai infatti dimenticare che anche un bambino ha una sua personalità già definita e completa e proprio per questo non si deve mai cercare di cambiare la sua natura, la sua essenza perché il risultato sarebbe devastante.

Gli esercizi di meditazione suggeriti nel libro sono di due tipi: esercizi di meditazione formale e meditazione informale.

Quale la differenza?

La meditazione formale è quella che si esercita quando si decide di ritagliarsi un po’ di tempo per se stessi e alla quale ci si dedica ogni giorno con regolarità.
La meditazione informale invece consiste nel praticare piccoli esercizi di consapevolezza durante la giornata, molto più duttile, la meditazione informale può essere praticata ovunque in mezzo alla folla come nel silenzio più totale, per un solo minuto o per un’ora intera.
L’ideale sarebbe integrare sempre i due tipi di meditazione.

La meditazione formale non richiede alla fine moltissimo tempo, bastano solo dieci minuti al giorno per ventuno giorni per avvertire già i primi concreti benefici.
E allora cosa aspettiamo a regalarci questa coccola di benessere?



A cura di Marina Panatero e Tea Pecunia vi suggerisco anche:




sabato 2 marzo 2019

“Che colore hai il vento?” (a cura di Marina Panatero e Tea Pecunia)


CHE COLORE HA IL VENTO?
A cura di Marina Panatero e Tea Pecunia
FELTRINELLI
Il libro a cura di Marina Panatero e Tea Pecunia è una raccolta di insegnamenti zen utili, come suggerisce il sottotitolo del  volume stesso, come rimedio a questi tempi terribili.

Lo zen ci aiuta a non sprofondare nell'abisso della quotidianità e dello stress giornaliero, ci aiuta a trasformare il dolore in qualcosa di positivo, ci trasmette accettazione, empatia, equanimità ed amore, ci aiuta a scacciare le paure e allontanare le tensioni.                                                                                                                                     
Sebbene i suoi insegnamenti all'apparenza sembrino molto semplici, chiunque può effettivamente avvicinarsi ad essi anche solo attraverso la lettura, in realtà per raggiungere dei risultati concreti, come per ogni cosa, servono molta costanza ed allenamento.

Il libro inizia con un’introduzione che racconta la storia dello zen partendo dall'etimologia della parola stessa.

Zen è la pronuncia giapponese della parola cinese ch’an, parola che deriva a sua volta dalla trascrizione fonetica del vocabolo che significa “meditazione” in sanscrito ed in pali, entrambe lingue indiane.
Il buddhismo è infatti nato proprio in India mentre lo zen è una scuola buddhista nata in Cina e poi sviluppatasi in Giappone.

Lo zen non lo si può definire né una filosofia né una religione, ma piuttosto un insegnamento il cui scopo è portare al risveglio, all'illuminazione.

Nella prima parte del libro si parla dei sutra, letteralmente in sanscrito “filo per infilare le perle”.
I sutra sono raccolte di parole attribuite al Buddha e ai maestri messe insieme nel corso di un numero vastissimo di generazioni, possono quindi definirsi a tutti gli effetti il corpus dei testi zen.

Nella seconda parte del libro si passano in rassegna i maggiori maestri zen raccontando qualche aneddoto della loro vita e di come abbiano raggiunto l'illuminazione.
Bisogna precisare che nello zen la trasmissione degli insegnamenti, nonostante sia giunto a noi un corpus di scritti, non avviene né tramite la comunicazione scritta né tramite la comunicazione verbale, ma piuttosto attraverso una fusione tra il maestro ed il discepolo, fusione che si compie attraverso l’intuizione da parte del discepolo degli insegnamenti del proprio maestro.

Ogni maestro poi nel passato aveva la sua tecnica di insegnamento e c’era addirittura chi ricorreva ad urla e colpi di bastone per aiutare i propri discepoli a raggiungere l’illuminazione.

La terza parte del libro ci parla del Bushido, la Via del guerriero, o meglio dello stretto legame tra lo zen e i samurai; il Bushido infatti è profondamente permeato dallo spirito zen.
Fondamentali insegnamenti per il samurai sono la libertà dall'attaccamento, il saper lasciare andare e l’importanza di riuscire a vivere nel presente, nel qui e ora.
L’attaccamento alle cose ci rende schiavi perché è dall'attaccamento che nascono le nostre emozioni distruttive; libertà è anche comprendere che i dualismi non esistono perché dove ci sono tracce di affermazione e di negazione, là la mente si perde nella confusione.

Il legame tra zen e poesia è molto forte in quanto per entrambi l’espressività va oltre la parola; a questo aspetto è dedicata la quarta parte del volume.

I detti popolare sono però altrettanto importanti per lo zen e pertanto a loro è dedicata la quinta parte del libro intitolata proprio “Detti popolari di saggezza zen” nella quale vengono riportati alcuni esempi di attimi di illuminazione.

Nella sesta ed ultima parte del libro ritroviamo un breve ed interessante racconto intitolato “Il maestro e lo scorpione”.
Da esso traiamo un fondamentale insegnamento ossia l’importanza di assecondare la nostra natura, mantenendoci saldi nelle nostre azioni e seguendo sempre la nostra coscienza.
La nostra coscienza è infatti il nostro vero essere, la nostra reputazione invece è solo ciò che gli altri credono che noi siamo e pertanto non ci deve interessare.

Per chi non conosce nulla degli insegnamenti zen “Che colore ha il vento?” è un libro pieno di ispirazione che stuzzica la curiosità del lettore spingendolo ad avvicinarsi a queste dottrine che mostrano la possibilità di vedere le cose da una prospettiva completamente diversa.

Chi di noi non vorrebbe infatti essere capace di liberarsi delle paure, delle ansie e dello stress quotidiano?
Leggere questi aforismi può essere un primo passo per trovare la strada, se non proprio per l’illuminazione, almeno per una vita più libera e consapevole.

Troppo spesso, infatti, si tende a vivere in attesa di un evento che cambierà per sempre le nostre vite, senza renderci conto che quel momento non arriverà mai perché in realtà quel momento non esiste, l’unica cosa che conta è il qui e ora, la vera vita è il presente, bisogna pertanto evitare di restare intrappolati nel passato così come di farsi condizionare dal futuro.


Facciamo distinzione tra
pioggia, grandine, neve e ghiaccio,
ma quando si sciolgono,
diventano tutti
acqua del fiume della valle.
(Ikkyu Sojun)






domenica 10 febbraio 2019

“Lascia andare!” di Marina Panatero e Tea Pecunia


LASCIA ANDARE!
di Marina Panatero e Tea Pecunia
FABBRI EDITORI
Il libro è un manuale che si prefigge come scopo quello di aiutare tutti noi a superare più o meno indenni le sfide quotidiane.

Spesso infatti, secondo le autrici del libro, non sono tanto i periodi di effettiva crisi la vera difficoltà quanto il dover affrontare ogni giorno momenti di stress che ci logorano piano  piano fino a quando giunge la classica goccia che fa traboccare il vaso.

Il manuale è diviso in due parti ed in fondo al libro ci sono tre appendici: una dedicata alle tecniche quotidiane da mettere in atto per vivere con consapevolezza, una dedicata alle cosiddette strategie di sopravvivenza e l’ultima, più specifica, dedicata alla tecnica della meditazione più semplice. 

Nella prima parte del libro Marina e Tea ci aiutano a prendere coscienza di quanto lo stress quotidiano influisca negativamente sulla qualità delle nostre vite e ci conducono, attraverso la meditazione, in un percorso che potrebbe riassumersi in tre fasi: porre attenzione a come stiamo davvero,  accettare ciò che la vita ci impone ed, infine, essere grati per tutto ciò che di buono c’è nella nostra quotidianità che possa trattarsi anche solo del profumo del caffè al mattino, della bellezza di un fiore o dell’azzurro di un cielo terso.

Nella seconda parte del volume invece, che le autrici definiscono simpaticamente adatta agli audaci  e per chi anela a spingersi oltre, si parla della scelta di affidarsi alla vita e di trovare la capacità di perdonare, non perché sia eticamente la cosa giusta da fare, ma più semplicemente perché serbare rancore fa male principalmente a noi stessi.

L’occorrente per la meditazione è davvero esiguo: una sedia comoda che permetta di tenere i piedi ben poggiati a terra (o in alternativa uno zafu cioè un cuscino da meditazione oppure uno sgabello da meditazione), il desiderio di farlo e rifarlo ed un luogo dove non si verrà disturbati per alcuni minuti.

Il momento giusto? Qualunque momento della giornata in cui si possa rimanere soli ed indisturbati, preferibilmente il mattino, ma non è essenziale.

Questo libro si propone come un percorso di crescita ed arricchimento personale, un aiuto per cercare di farci scivolare addosso parole ed azioni fastidiose che ogni giorno ci aggrediscono e ci affliggono.

Riuscire a lasciare andare non significa assolutamente diventare menefreghisti nei confronti della vita e del prossimo, ma semplicemente accettare che alcune cose non possono essere cambiate e per questo evitare di rimanere aggrappati a situazioni ed abitudini nocive.

Accettare quello che la vita ci mette innanzi non vuol dire scegliere la rassegnazione, ma piuttosto deve essere inteso come una presa di coscienza della situazione, è di fatto un accettare che una certa situazione esiste.

Così come il passo successivo, quello di affidarsi alla vita, non deve intendersi come un lasciarsi vivere, ma piuttosto un cercare di pensare al meglio invece che al peggio perché la vita, lo sappiamo, ci sorprende sempre nel bene e nel male: il caso e la sfortuna non esistono.

Non è facile non farsi sommergere dagli imprevisti quotidiani e dal ritmo frenetico che ci viene imposto ogni giorno, ma secondo le autrici di questo manuale non è impossibile, grazie alla meditazione infatti si può imparare a lasciare andare.

Lasciare andare significa non cadere più vittima di coloro che ci criticano, tirando fuori la classica frase, “lo dico per te, per il tuo bene”; nessuna critica è costruttiva, le critiche sono critiche e fanno male, così come è pericoloso frequentare persone negative che non fanno altro che lamentarsi.

Il giudizio degli altri non deve riguardarci, dobbiamo accettare con gioia la nostra diversità e soprattutto dobbiamo smettere di colpevolizzarci per qualunque cosa.

Sinceramente da maniaca del controllo quale sono non so dirvi se la meditazione sia effettivamente una soluzione, posso dirvi che ci sto provando e non è per nulla semplice.

Non parlo solo delle difficoltà del vedersi immersi in una luce bianca o di focalizzarsi più semplicemente, semplicemente si fa per dire, sulla respirazione, ma della difficoltà in generale di riuscire a spegnere i nostri pensieri anche solo per un minuto nel tentativo di dare voce al nostro io più profondo.

Posso confermarvi che non si ha proprio idea di quanto numerosi siano i pensieri che attraversano la nostra mente fino a quando non ci si cimenta, anche solo maldestramente come me, nella meditazione!

Una scrittura veloce e scorrevole unita alla scelta di un tono colloquiale, ironico e informale, fanno sì che questo testo risulti un manuale in grado di incuriosire ed avvicinare all’argomento anche persone che, come la sottoscritta, mai avrebbero pensato di poter provare interesse per la meditazione.

Al di là del fatto che crediate o meno nel potere “salvifico” della meditazione, “Lascia andare!” è di fatto una lettura interessante e stimolante.

Ricordandovi che non esiste un solo tipo di meditazione, ma svariati (buddhista, cattolica, sufi, laica, statica o in movimento) e che ognuno deve trovare quello più adatto, non mi resta che augurare buon viaggio a chi di voi deciderà di incamminarsi verso quello splendido luogo che potremmo affettuosamente definire il paese del “chissenefrega”.

Namasté.