domenica 2 novembre 2025

“Richelieu. La storia dell’uomo che governò la Francia” di Natascia Luchetti

Nel secondo capitolo della dilogia dedicata al cardinale Richelieu, Natascia Luchetti riporta in scena una figura storica tanto controversa quanto affascinante. Attraverso una narrazione avvincente e una rilettura attenta, l’autrice si confronta con il revisionismo storico più recente, che restituisce al personaggio nuove sfumature, meno cupe e più complesse rispetto alla tradizionale immagine negativa.

Richelieu è ormai salito al potere: è l’uomo più influente di Francia, primo ministro e confidente del re che si rivolge a lui con l’appellativo di “cugino”. Al suo fianco ritroviamo personaggi già incontrati nel primo volume, in particolare due figure centrali: madame de Winter, amica, amante, confidente, l’altra metà della sua anima, e Jonás, il conte di Rochefort, la sua guardia del corpo, il comandante delle sue guardie nonché il suo amico fraterno. Intorno a loro si muove una moltitudine di altri personaggi, ciascuno con un ruolo preciso nell’intricata rete di potere, passioni e intrighi che l’autrice tesse con estrema maestria.

Basato su solidi elementi storici e frutto di un’accurata ricerca d’archivio, questo secondo volume si sviluppa con un ritmo serrato, ricco di colpi di scena e svolte imprevedibili. Nulla è mai come appare, e il tradimento si annida proprio dove meno lo si aspetterebbe. La narrazione non perde mai il filo, mantenendo viva l’attenzione del lettore fino all’ultima pagina.

Rispetto al primo volume, qui l’introspezione psicologica lascia più spazio all’intreccio narrativo, divenuto ancora più complesso e articolato. I protagonisti sono ormai noti al lettore, e l’autrice dimostra grande abilità nel costruire una trama avvincente senza mai cadere in errore, riuscendo a tenere alta la tensione per oltre novecento pagine. Un’impresa non da poco.

Vorrei soffermarmi sul personaggio di Louis XIII, che in queste pagine acquista una nuova regalità. Grazie alla guida di Richelieu, suo mentore, consigliere e, in fondo, padre spirituale, il re cresce, si forma, impara. Richelieu lavora per la Francia, e Louis è la Francia: questo il cardinale non lo dimentica mai, anche quando il sovrano non è all’altezza delle circostanze. Il loro rapporto, fatto di alti e bassi, è uno degli aspetti più riusciti del romanzo, e ne ho apprezzato profondamente l’evoluzione.

Il cammino dei grandi è sempre segnato da lotte e rinunce. Rinunce che Richelieu e il re sanno accettare, ciascuno a modo suo. Non altrettanto si può dire del fratello del re, Gaston d’Orléans, e ancor meno della madre, Maria de’ Medici, incapace di cedere il potere a un figlio ormai affrancato dalla sua influenza.

Questo secondo volume conferma pienamente le ottime impressioni lasciate dal primo. Non è facile mantenere le aspettative quando il debutto è stato tanto amato, eppure l’autrice riesce nell’impresa, dimostrandosi una narratrice di grande talento, capace di evocare atmosfere da grande romanzo ottocentesco. Un’autrice che, per stile e respiro narrativo, ricorda i grandi del passato: una sorta di Dumas contemporanea.

Ribadisco la mia convinzione: questa storia meriterebbe una trasposizione cinematografica o una serie TV. Sarebbe un piacere vederla prendere vita sullo schermo. Nell’attesa, non posso che consigliarvi caldamente la lettura di questi due splendidi romanzi: opere rare, ben scritte, costruite con intelligenza e passione, in cui l’amore per il protagonista traspare in ogni pagina.